Tuesday, June 26, 2012

sexy science

La commissaria europea all'innovazione Marie Gheoghegan Quinn ha pensato di promuovere una maggiore partecipazione alla scienza della donne con questo spot (gli esperti dicono che sia costato oltre 100 mila Euro):



L'idea mi è piaciuta talmente che ho pensato che se ne potrebbe fare uno simile per invogliare i maschi a dedicarsi alla scienza.
Questa la scenenggiatura dello spot: un gruppo di bei ragazzi in pantaloncini da calcio palleggia al ritmo di "Macho Man" dei Village People, ed entra palleggiando tra gli alambicchi di un laboratorio, dove un'allampata direttrice depone gli occhiali e li guarda con uno sguardo tra lo stupito e il compiaciuto.


Vedansi anche i commenti al filmato di Monica Lanfranco che riporta anche una commovente conversazione con Rita Levi Montalcini:

La Montalcini ad un certo punto dichiara che per fare la scienziata ha dovuto rinunciare a fare la madre e la moglie.
Non dice quanto le sia costato, ma è evidente che un impegno serio per eccellere nella scienza richiede una dedizione totale. Questo sarebbe il messaggio onesto e veritiero da dare ai giovani, non quello di una attività giocosa o spettacolare.
Abbiamo certo bisogno di donne nella scienza, ma soprattutto di giovani in generale che la considerino una sfida intellettuale a cui dedicarsi con determinazione.
Il successo nella scienza viene con l'impegno, non facendo carriera con le pregiudiziali o con le raccomandazioni.


Saturday, June 23, 2012

spudoratezza formigonica

Ho appena sentito Formigoni dichiarare:
  1. non ho ricevuto avvisi di garanzia, quindi non sono indagato.
  2. non mi dimetto perché le accuse su di me sono inconsistenti.
Se è in grado di affermare che le accuse sono inconsistenti significa che ha letto le accuse contenute nell'avviso di garanzia.

Sunday, June 10, 2012

il topolino di Passera

Il governo Monti è sull'orlo di una crisi per la mancata presentazione del Decreto Sviluppo. Si dovrebbe trattare della misura chiave per uscire dalla crisi rilanciando l'economia di un paese che non cresce da 15 anni. Il ministro Passera dice di averci lavorato per mesi e dichiara che lo porterà a casa entro l'estate, come se fosse un cagnolino dopo la pipì ai giardinetti.
Ho cercato di capire in cosa consisteranno queste misure miracolose e costose, visto che il ministro dell'Economia lo ha bloccato per mancanza di copertura.
Ho cercato negli archivi del Sole 24Ore, il quotidiano finanziario più letto in Europa.
Ne ho trovato solo alcuni accenni misteriosi (si parlava prima di uno sconto del 30% sulle tasse per investimenti in ricerca), poi ridimensionati.
Il massimo dettaglio è riportato in questo articolo, in cui si dice che il bonus per la ricerca riguarda solo l'assunzione di giovani dottori di ricerca con mille cavilli e distinguo, per un impatto totale valutato in 25 milioni.
25 milioni?
Ma stiamo scherzando?
Le banche spagnole chiedono un sostegno di 100 miliardi all'Europa per non fallire e noi pensiamo di rilanciare un paese con il 35% in più di abitanti con 25 milioni?
Se è così questo ci dà la misura della baratro in cui siamo (altro che orlo del baratro), a malapena un governo riesce a trovare in sei mesi una cifra che è solo il doppio di quella che gli italiani
hanno raccolto in pochi giorni con gli SMS per aiutare i terremotati dell'Emilia.

Dopo il topolino di Monti sui pagamenti dei debiti della PA, il topolino di Passera (senza allusioni o illusioni) sulla crescita.

Aggiornamento
Sempre misteriosi i dettagli anche sulla versione rivista del decreto.

Altro Aggiornamento
Dalle ultime indiscrezioni, gli importi sembrerebbero fortunatamente ben superiori.

I dubbi restano
Molti commentatori sollevano però dubbi sull'efficacia del provvedimento.
Secondo Mario Riva, il vero impegno finanziario del governo è di poche centinaia di milioni (come strilla anche segretario del Pdl Alfano), e dubita che questo possa creare quel volano da 80 miliardi che ventila il ministro Passera. Altrettanto dubbio è che si riescano a vendere immobili per 10 miliardi o che gli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni (che già ci sono), possano rilanciare l'edilizia. Lo stesso dicasi sui bond per project financing delle infrastrutture che era stato persino preventivamente criticato da Alesina e Giavazzi sul Corriere. Sembra che ancora una volta si punti su soluzioni antiche (mattone e strade), anziché operare come si dovrebbe fare nel terzo millennio verso l'innnovazione e le nuove tecnologie.
Dare un piccolo obolo a qualcuno in sofferenza economica e che ha paura di rischiare non cambierà nulla. Sarebbe come quando dare qualche Euro a un marocchino: lui lo prende e ringrazia e continua a fare come prima, non pensa certo a crearsi un altro mestiere.
Qui ci vorrebbe una maggiore inventiva, come quella dei microprestiti del premio Nobel Yunus, che hanno avuto successo nel terzo mondo.
Bisogna fare cambiare il clima e l'aria che la gente respira, un clima in cui la gente possa vedere una speranza attraverso il proprio impegno e la capacità di cogliere opportunità usando il proprio ingegno.
Fare lavoretti in casa, chiudere i cantieri della Salerno-Reggio Calabria non sono misure di questo genere.
Speriamo ci sia qualcosa di buono nell'Agenzia Digitale.

Finale in ridere
Persino il WSJ ritiene la manovra inadeguata e lo fa prendenola sul ridere: Employment, Italian style.

Wednesday, June 06, 2012

delusione sorgenia e MPS

Ho commesso qualche mese fa l'errore di accettare l'invito da una operatrice di un call Center di passare a Sorgenia per la fornitura di energia elettrica.
La signorina sosteneva che Sorgenia utilizza il 90% di energia rinnovabile nelle sue forniture. Le ho detto che non mi pareva possibile, forse intendeva che il 90% di quelle che produce direttamente provengono da energie rinnovabili, ma che certo non può coprire il 90% del fabbisogno con energie rinnovabili, non nel prevedibile futuro quantomeno.

Comunque aveva promesso di inviarmi della documentazione che a quanto pare sottointendeva la mia adesione e quindi mi sono trovato iscritto.

Poco tempo fa mi è arrivata una bolletta di circa 400 Euro, che si riferisce alla fornitura in uno scantinato dove normalmente il consumo è nullo. L'importo è stato addebitato automaticamente sul mio conto.
Dopo essermi scervellato un po' per capire cosa fosse successo e fatte le opportune verifiche all'impianto e al contatore, ho chiamato stamane Sorgenia.

L'operatore mi ha detto che c'era stato un errore e mi avrebbero stornato i 400 Euro dagli importi delle bollette successive.
Gli ho spiegato che avendo consumi nulli ci sarebbero voluti anni prima di tornare in pari.
Lui però ha insistito che le loro norme non prevedono i rimborsi.
Gli ho fatto notare che la situazione non è accettabile, e crea una asimmmetria: io consento a loro di prelevare dal mio conto, ma loro dovrebbero rifondere sul mio conto i crediti. Cosa che fanno altri operatori come mi è capitato di recente ad esempio con Vodafone.
Tra l'altro, trattandosi di un errore loro, riconosciuto da loro stessi, non vedo perché debba essere io a subirne le conseguenze.
L'operatore sosteneva di non poterci fare nulla e al massimo mi suggeriva di fare un reclamo per raccomandata all'Ufficio Reclami di Sorgenia.
Ho ribadito che non avevo tempo da perdere e che temevo mi avrebbero dato la stessa inaccettabile risposta.

Allora gli ho chiesto cosa sarebbe successo se avessi disdetto il servizio.
In questo caso mi sarebbe stato mandato un assegno per pareggiare il debito.
L'ho ringraziato per avermi suggerito una soluzione.
Poi mi è sorto il dubbio: in Sorgenia sono passato disdicendo Enel con una semplice telefonata, perché non posso disdire Sorgenia con una altrettanto semplice telefonata?
Allora l'operatore ha ammesso che se mi rivolgessi ad un altro operatore, sarebbe lui ad occuparsi della disdetta e della pratica, senza che io debba fare nulla.

L'ho ringraziato di nuovo, questa è la soluzione migliore ed è quella che ho adottato.
Sono andato sul sito enel.it, ho riempito un modulo online con i dati della fornitura e sono passato a Enel senza raccomandate, proteste agli uffici reclami o quant'altro.

La vicenda comunque mi offre una grande ispirazione per fare quattrini a palate.
Basta aprire un servizio qualunque, offire ai clienti sconti clamorosi, poi mandargli bollette di importi stratosferici.
Perché limitarsi a 400 Euro?
Basta trovare un cliente più facoltoso e addebitargli 100.000 o 1 milione di Euro.
Quando quello protesta, ci si scusa e si dice che gli si daranno i soldi indietro a 10 Euro al mese.

Intanto noi andiamo alle Bahamas a festeggiare i soldi in banca e a lucrare su interessi e altro.

Purtroppo questa vicenda spiega ancora una volta come in questo paese il mercato non funziona: gli operatori pensano solo a come turlupinare i clienti anziché a come migliorare i loro servizi per conquistarsi clientela.

PS2.
Questa inchiesta riporta come spesso gli utenti vengono catturati a loro insaputa.

PS.
Nello stesso giorno ho chiuso il conto in banca al Monte dei Paschi di Siena.
Da una settimana non riuscivo ad accedere al servizio di banking online, con rimpalli dal servizio assistenza alla filiale avanti e indietro.
Tra l'altro per il servizio mi viene fatto pagare un canone mensile, quando invece dovrebbero essere loro a pagarmi per il risparmio sul personale di sportello.
Quando il direttore ha saputo delle mie intenzioni, è venuto a chiedermi se poteva fare qualcosa per me.
Gli ho detto che era da anni che segnalavo disfuzioni e carenze dei loro servizi, e non mi avevano mai ascoltato.
Ad esempio avevo protestato contro la loro prassi di fare pagare il 5% sull'importo di certi bonifici: cosa priva di senso in quanto tutto avviene in forma elettronica e la differenza di sforzo da parte loro è di battere una cifra in più sulla tastiera.
Quando gli avevo fatto notare che un'altra banca da cui mi servivo applicava un costo fisso, indipendentemente dall'importo, ha risposto che loro sono una banca che opera da 600 anni, e non va confrontata con le nuove banche.
Ultime parole famose, MPS è sull'orlo del fallimeto e sarebbe già fallita se non fosse che è considerata una banca di interesse nazionale.
Purtoppo i dirigenti non capiscono, e cercare di spiegare a loro cosa sbagliano è tempo sprecato.
Mi ci sarebbe voluta mezz'ora per elencare tutte le mie lamentele, ma ho ripetuto al funzionario che sarebbe stato tempo perso per me e per loro: le loro magagne le dovrebbero conoscere meglio di me e se non lo sanno, ripetergliele non serve a nulla, visto che non mi danno retta.

Saturday, May 26, 2012

basta partiti

Trovo disgustoso sentire politicanti, giornalisti e commentatori discettare di meccanismi elettorali con un occhio ai partiti e ai loro equilibri attuali.
Chi fa le leggi dovrebbe farle in un ottica di lungo respiro, non lasciandosi guidare dalle circostanze contingenti.

Comunque, nessun meccanismo elettorale risolverà mai i problemi della politica italiana, né potrà risollevare a classe politica dal discredito in cui è sprofondata.

L'unica soluzione è cambiare completamente l'approccio alla rappresentatività.
Non possono essere più i partiti a rappresentare i cittadini, perché ormai non rappresentano più altro che cricche autoreferenziali.
La soluzione è che i cittadini scelgano direttamente le persone che li rappresentano senza mediazione di partiti.
Un po' come avviene nei paesi anglosassoni, in cui ciascuno elegge il "proprio" representative e quando ha delle osservazioni o problemi, viene invitato a rivolgersi a lui.
I partiti si limitano a essere generici contenitori, mentre ciascun candidato fa la sua campagna personale e deve trovarsi i propri sostenitori.

Ciascuno dovrebbe dare il suo voto alla persona di cui si fida di più o che lo ha convinto personalmente di poterne rappresentare pensiero sentimenti e interessi.

Poi i rappresentanti eletti dovranno riunirsi in parlamento per affrontare le questioni con la mente scevra da pregiudizi e da ideologie, costituendo alleanze dove opportuno e necessario.

Con gli strumenti della democrazia direttta, le elaborazioni di programmi e obiettivi potranno essere sviluppati con il contributo dei cittadini e il ruolo dei rappresentanti parlamentari sarà solo quello di essere portavoci delle istanze che emergono da questo processo.

Altro che antipolitica! Questa sarebbe politica al massimo grado.

Wednesday, May 23, 2012

monti e montagne di debiti con le imprese

La PA ha crca 70 miliardi di debiti con le imprese che le hanno fornito prodotti e servizi.

La prima e più ovvia cosa da fare per rilanciare la crescita sarebbe, come dico da tempo insieme con molti altri, di imporre alle PA di pagare immediatamente tali debiti.
Non si capisce proprio perché le PA ritardino i pagamenti: quando fanno un ordine devono avere la disponibilità, quindi quando ricevono la fattura dovrebbero pagare immediatamente.
Non c`è motivo per non farlo, perché non è che ritardando le PA possono lucrare sugli interesssi, essendoci la tesoreria unica.
Si tratta solo di ingiustifiabili inefficienze della burocrazia.

Ho sentito diversi membri del governo, da Passera in giù, promettere di fare qualcosa, sempre con infinite cautele e distinguo.

Ieri il Consiglio dei Ministri ha varato finalmenete delle norme in proposito.

Poteva essere una buona notizia, invece Monti ha partorito un topolino:

1. riguarda 20-30 miliardi su 70
2. offre alle aziende solo una certificazione, a loro richiesta, che potrà consentire loro di ottenere un finanziamento sul credito
3. quest'ultima provoca solo ulteriore burocrazia. Se il devbito esiste, lo sforzo di pagarlo è inferiore a quello di emettere un certificato
4. qualora anche un'azienda ottenga il certificato, si dovrà accollarsi il costo degli interessi sul prestito.
5. questo fa aumentare il costo delle imprese e riduce i loro profitti
6. il beneficio lo avranno solo le banche he emetteranno prestiti garantiti al 100% dallo stato (a meno di default).

La cosa sorprendente è che la Mercegaglia abbia applaudito al piano.
Posso capire che sia meglio di niente, ma se gli imprenditori si suicidano per cause simili, un palliativo come quello attuato, meritava invece una critica vibrante.

Mi spiace, ma il duo Monti-Passera parla di crescita, ma non fa le cose ovvie e giuste da fare.

C'era una volta il CUP

CUP, Centro Unico Prenotazioni, come dice il nome stesso, era una volta il servizio a cui rivolgersi per prenotare qualunque tipo di esami medici.

Oggi ho chiamato, e un messaggio ha cominciato a elencare casi in cui bisogna rivolgersi altrove.
Non li ho contati, ma erano circa una dozzina.

Peccato, una volta tanto che avevamo un servizio utile, lo abbiamo subito rovinato.

Monday, May 14, 2012

Vive l'Holland

No, non il presidente francese, ma l'Olanda, primo paese europeo a varare una legge sulla net neutrality.

Spero si possano bloccare i tentativi degli operatori di poter lucrare indebitamente sul traffico e mettere a tacere anche altrove tutti i fautori di prassi discriminatorie e contrarie al libertà di uso della rete.

Sunday, May 13, 2012

inequitalia

Ho ricevuto una cartella che mi chiede il pagamento del canone RAI 2011, che ho regolarmente pagato a gennaio 2011.
Ho usato il servizio di pagamento online sul sito della RAI, che mi ha fatto eseguire un bonifico tramite il servizio di home banking della mia banca. Completato il bonifico, è apparsa una segnalazione di errore del loro server. Ma a quel punto il bonifico era già partito e infatti risultava addebitato sul mio conto. Dopo averne verificato l'esito ho chiamato il servizio abbonamenti al telefono per segnalare l'accaduto. Mi dissero di non preoccuparmi, che a volte succede (sic!).
Se non ché dopo sei mesi mi arrivò dal Servizio Abbonamenti RAI un'ingiunzione di pagamento con tanto di mora e interessi. Li chiamai e mi dissero che se avevo pagato dovevo allegare il bollettino. Spiegai che non esiste alcun bollettino, perché il pagamento era stato fatto online e la procedura aveva dato errore, mancando di darmi la conferma.
Suggerivo che verificassero nel loro conto, perché alla mia banca il pagamento risultava andato a buon fine.
Dissero che non si poteva fare altrimenti e dovevo mandare una copia su carta della ricevuta.
L'unica cosa che potei fare fu di andare alla mia banca e farmi stampare un estratto conto di quel mese da cui risultava il bonifico effettuato con importo e beneficiario.

Purtroppo non è bastato. Equitalia mi ha invito una cartella tramite corriere TNT, che mi ha lasciato solo un avviso di consegna costringendomi a prendere la macchina per andare fuori Pisa a ritirarla: paradossalmente però mi hanno addebitato circa 6 Euro per questa modalità di consegna!

In totale, mi viene chiesto di pagare 150 Euro, dall'iniziale importo di 108 che ho già pagato correttamente.
Ho provto a chiamare il loro numero verde, ma di giorno non è accessibile dai celluari. Quando ho potuto chiamare da fisso, erano le 18:05 ed era già chiuso, e un messaggio registrato mi invitava ad andare al loro sito web.
Così ho fatto e ho provato a inserire una segnalazione, tramite l'apposita form.
Completata la form in tutte le sue parti, premo il bottone INVIA, e mi risponde che la form non è riempita correttamente e segnala:
- Riempire il campo Descrizione
cosa che ovviamente avevo ben fatto. Dopo aver provato in vari modi, alla fine ho prodotto un PDF della stessa pagina con la descrizione che avevo riempito  e usato il campo Allega PDF per mandarla, indicando nel campo descrizione: "vedi allegato".
Presumo che il problema fosse che la descrizione era troppo lunga, ma allora bastava dirlo o meglio ancora usare una form con lunghezza delimitata.

Pare che in Italia siamo ben distanti da avere servizi online ben fatti e funzionanti.
Basterebbe fare funzionare i servizi e si risparmierebbe un sacco di tempo e fatica per tutti.

Se per ogni pratica commettono 4 errori, allora capisco perché Equitalia sia oggi nel caos!

PS.
Stamane sono riuscito a parlare con il Call Center di Equitalia, ma mi hanno detto che il Call Center non può far nulla, dà "solo informazioni", e devo andare di persona all'ufficio di Equitalia, fuori città anche quello.

PS2.

Oggi sono andato all'ufficio di Equitalia, dove mi hanno detto che le indicazioni del Call Center sono errate. Nemmeno loro possono cancellare il ruolo, ma devo rivolgermi allo Servizio Abbonamenti RAI.
Dopo avergli spiegato per l'ennesima volta che già ci avevo provato più volte, con telefonate e fax, mi ha suggerito di chiamare un numero verde.
Guarda caso era quello del Call Center del servizio Abbonamenti RAI, che dopo una lunga spiegazione sul fatto che il servizio stesso è a pagamento, infine ti passa attraverso una trafila di domande.
Giunti alla voce pertinente pagmanenti effettuati, il messaggio si conclude con un bel suggerimento "verificare le proprie ricevute" e la chiamata viene interrotta.
Allora l'impiegato ha proposto un'altra soluzione: di presentarmi il giorno 22 maggio all'ufficio postale in via Barganga, dove è presente (solo quel giorno), un incaricato RAI.
Sfortunamentente il giorno 22 ho una visita in ospedale programmata da mesi.
Gli ho chiesto se aveva un'altra soluzione, prima che a qualcuno venga in mete di pignorarmi la casa, non avendo pagato la cartella entro 60 giorni.
Non ha saputo rispondere.
Arrivato alla disperazione, ho chiamato la sede RAI di Firenze, che è quella a cui avevo inviato i fax, come indicato nell'ingiunzione.
Il centralinista si è rifiutato di farmi parlare con qualcuno, dicendo di avere disposizioni di non passare le chiamate, e mi ha invitato di nuovo a chiamare il solito Call Center.
Ho spiegato anche a lui che il Call Center dà solo un'indicazione inutile e l'ho pregato almeno che fosse lui stesso ad avvisare coloro che ricevono i fax di darmi una risposta.
Questo è il massimo che sono riuscito ad ottenere.
Adesso sono in attesa di risposta.

PS3
Non avendo avuto alcuna risposta, ho spedito due raccomandate agli uffici RAI di Torino e Firenze, minacciandoli di adire alle vie legali se non effettueranno imediatamente la cancellazione del ruolo.

Tuesday, April 10, 2012

Il senso delle parole

Mi trovo d'accordo su questa conclusione dell'Albero di maggio:

Il significato di una parola, quindi, è qualcosa che si ottiene attraverso la "contrattazione" fra parlante e interlocutore. Non è un qualcosa che esista prima della comunicazione, così come non esiste un prezzo del pane prima della compravendita. Il pane prodotto per uso esclusivamente personale ha un costo, il quale è certamente connesso col suo prezzo, ma non si identifica con esso. La contrattazione che stabilisce il prezzo, comunque, non avviene fra chi parla e un'intera comunità. Il prezzo del pane è piuttosto il risultato di innumerevoli contrattazioni individuali, alcune delle quali sfuggono alla nostra sfera d'influenza, ma dalle quali nessuno è escluso.

Wednesday, March 28, 2012

dècima

Si chiamava dècima la quota parte del reddito che un agricoltore doveva alla chiesa.
Maurizio Dècina è invece un noto professore e professionista del settore telecomunicazioni, alle cui aziende a volte offre i sui tributi.
I suoi seminari sono sempre interessanti, perché è un grande istrione e si sbilancia sempre in previsioni per il futuro. Raramente ci indovina, ma è divertente starlo a sentire.

Ricordo ad esempio una riunione del 1996, dopo l'insediamento di Prodi, convocata dall'on. Giovanna Melandri, appena nominata responsabile del settore Comunicazioni del PDS, dopo avere defenestrato Piero De Chiara, che aveva aiutato noi di Città Invisibile nella battaglia contro la TUT.
Maurizio Dècina fece una delle sue presentazioni sul futuro, in cui preconizzava un sistema tutto basato sulla TV via satellite.
Per spiegare quanto fosse fuori strada, azzardai una previsione: entro 4-5 anni la gente avrebbe speso più tempo in Internet che davanti alla TV. Tutti mi guardarono allibiti.
Eppure la previsione era semplice: contavo sul fatto che entro pochi anni molte aziende sarebbero state collegate e quindi gran parte dei lavoratori avrebbe speso 8 ore al giorno scambiadosi mail e altri materiali via Internet. Bastava poi aggiungere una buona pecentuale di giovani che avrebbero adottato la tecnologia e i numeri erano fatti.
Pochi anni dopo, per dare una spinta in quella direzione, sottomisi al Presidente del Consiglio D'Alema una lettera aperta che suggeriva di intervenire per lo sviluppo di Internet in Italia, con quelli che chiamai i Parametri Maastrich per Internet: obiettivi misurabili che l'Italia doveva raggiungere per poter entrare nell'era della comunicazione digitale.

Tornando a ieri, nel corso di un seminario della serie Informatica e Networking, qui a Pisa, Maurizio Dècina ha sostenuto che le aziende di servizio, i cosiddetti OTT, Over The Top), non pagano i costi della rete che usano per erogare i loro servizi.

Questo è l'argomento chiave che usano tutti gli operatori telefonici europei per pretendere un balzello sui profitti di chi fa servizi, e cercano sponda nei politici di turno, minacciando il rischio di posti di lavoro.
Gli ho fatto notare che l'idea è altrettanto assurda che se la Società Autostrade, oltre a farsi pagare il pedaggio per i camion che li trasportano, chiedesse all'Ikea una quota dei profitti delle vendite dei suoi mobili.

La cosa lo ha fatto terribilmente inalberare, e ha cominciato a blaterare che lui la questione la conosce bene e che ci sono studi che lo dimostrano.
Ho ribadito che la banda usata per il trasporto viene pagata da due lati, sia da Google, che paga l'accesso al/agli ISP a cui si connette, che dagli utenti che la pagano al loro operatore.
Lui ha obiettato che gli utenti pagano una tariffa flat.
Appunto: la pagano, con la tariffazione che ha reso possibile lo sviluppo di Internet.
Se si fosse adottata la tariffazione a consumo, come pretendevano gli operatori telefonici, Internet oggi non esisterebbe. Oggi, che di consumo gli utenti non vogliono sentir parlare, gli operatori rilanciano con tariffazioni basate sui contenuti, dovendo passare per questo sopra la Net Neutrality.
Qui si è arrabbiato ancora di più, dicendo che lui è stato il primo a portare Internet in Italia e che sa cos'è Internet e che lui con Internet ci ha guadagnato facendo Inet con Quintarelli.

Avrei potuto ribattere che c'è stato qualcun altro prima di lui a portare Internet in Italia, non da ultimo la Città Invisibile con la battaglia contro la TUT e il GARR con la rete GARR-B, GARR-G e GARR-X, che è tutt'ora la rete Internet con maggior banda aggregata in Italia.
E quanto a soldi, Ideare ne ha guadaganti parecchi creando i primi motori di ricerca in Italia.

Ma non mi andava di fare a chi ce l'ha più duro, quindi sono stato zitto.

Gli ho invece segnalato che Stefano Quintarelli, nel seminario prima del suo, ha sostenuto il contrario, che se anche si distribuissero i ricavi degli OTT ai carrier, questo non porterebbe loro grande beneficio, perché in Internet, come in tutti i fenomeni a Power Law, pochissimi fanno molti soldi e tantissimi fanno pochi soldi.
Pertanto distribuendo una parte degli utili di Google a migliaia di carrier, a questi arriverebbero solo briciole.
Farebbero meglio a fare loro stessi i servizi, facendo concorrenza agli OTT.
Cosa che però Dècina ha ammesso che non sanno fare.

Ci siamo lasciati con la promessa che mi manderà dei materiali che dimostrano che Google non paga l'accesso perché ha fatto un accordo di peering in cui non paga quattrini, in cambio del traffico che porta al carrier.
Secondo me questo non vuol dire non pagare, vuol dire pagare in natura, anziché in moneta.
Poi potremo discutere se Google o Amazon abusano di posizione dominante, ma questa è un'altra questione.

Intanto gli ho mandato questo mio articolo Internet è di tutti, che apparirà sul numero di GARR News dedicato ai 20 anni della rete della ricerca italiana.

Oggi molto gentilmente mi ha mandato alcune segnalazioni, tra cui:
Conclude affermando di concordare con la posizione di Labowitz e cioè di far pagare ai grandi content providers la banda di transito negli IXP.

Friday, March 02, 2012

morsa della tinagli

Ieri sera da Santoro si parlava di crescita economica e tra gli invitati c'era Irene Tinagli, giovane e bella economista che insegna a Madrid.
A lei era assegnata la parte dell'economista serio e preparato, a sostegno delle azioni del governo.
Quando però Santoro le ha chiesto cosa fare per la crescita, ha cominciato a balbettare, dicendo cose come "ne stiamo parlando", "stiamo studiando interventi sul mercato del lavoro", ecc. senza dare alcuna risposta concreta.
Più avanti Landini della FIOM ha fatto un intervento infervorato lamentandosi che le imprese non investono e in particolare che la FIAT ha annunciato la sospensione del piano di investimnti Fabbrica Italia, dopo che lo aveva promesso in cambio di accordi capestro con i lavoratori. Proponeva quindi che si procedesse ad una patrimoniale per ricavare fondi da destinare agli investimenti, ricordando che il 10% delle persone in Italia detiene il 45% della ricchezza.
La Tinagli avrebbe potuto ribattere dicendo che il rapporto non è poi tanto scadaloso, visto che in altri paesi il rapporto è ancor più sbilanciato, invece ha toppato clamorosamente dicendo che il 10% più alto delle fasce di reddito comprende redditi intorno a 30000 l'anno, che costitusce la classe media e che, essendo già alte le imposte, questo provocherebbe un blocco dell'economia.
Santoro le ha dovuto spiegare che la patrimoniale si riferisce al patrimonio, non al reddito.

Ecco come farsi stritolare dal mondo dello spettacolo: quella che sembrava una brillante economista da prendere ad esempio del talento italiano che si fa strada nel mondo, cade su una domanda elementare che la farebbe bocciare a un qualunque esame universitario di economia.

Thursday, March 01, 2012

sono solo parole

Già, e la musica dov'è?

La canzone che è arrivata terza al Festival di Sanremo è fatta di 5 note in tutto ripetute dall'inizio alla fine.
Si tratta di una scala discendente dalla dominante alla tonica: sib, lab, sol, fa, mib, con ogni tanto un re.

Dopo una lunga introduzione, fatta ripetendo sol, sol, fa, mib (che ogni tanto continua fino al re), si resta in attesa del ritornello, che non è altro che lo stesso motivo trasposto di una quinta e urlato più forte, con in più un arpeggio sull'accordo maggiore (sol, sol, sib, sib, sol, mib).

Solo Tchaikovski, nel Pas de Deux dello Schiaccianoci, riesce a creare una composizione struggente usando una semplice scala discendente: do---, si, la, sol, fa-, mi, re, do----.



Saturday, February 25, 2012

allarme treno

Ho asisistito ieri alla presentazione di un progetto di tirocino in Informatica che consisteva nella realizzazione di un sistema per allertare le squadre di operai che lavorano lungo i binari ferroviari dell'arrivo di un treno.
Il progetto aveva degli aspetti interessanti, quali l'uso di schede Arduino per gestire un sensore a ultrasuoni da una parte, un modem wireless per la comunicazione e una sirena di allarme dall'altra.

Alcuni seri dubbi sono però sorti alla commissione di laurea riguardo all'affidabilità della soluzione, visto che un suo malfunzionamento potrebbe mettere a rischio gli operai.
In particolare il sensore a ultrasuoni non è in grado di distinguere la direzione del treno, e quindi darebbe a volte falsi allarmi.
Nè distinguerebbe se due treni passano contemporaneamente in due direzioni diverse.
Inoltre ci si domandava quanto affidabile fosse il software di controllo e quali tecniche di verifica fossero state adottate.

Le risposte del candidato non sono risultate soddisfacenti.
Ma al di là di questo, íl progetto mi ha fatto ricordare un episodio che mi raccontava mio padre.

Durante la guerra mio padre lavorava nel genio militare e comandava una squadra che riparava i binari dopo i bombardamenti.
Un soldato veniva messo di vedetta ad una certa distanza per accorgersi dell'arrivo dei treni e segnalarlo per tempo.

Una volta successe che la vedetta si era allontanata e non segnalò in tempo l'arrivo del treno.
Quando mio padre si accorse che il treno stava sopraggiungendo era ormai troppo tardi.
Gli operai avevano appena posato un binario nuovo, ma non avevano ancora fatto in tempo a fissarlo con le viti.
Non c'era tempo per segnalare al treno di fermarsi o di rallentare.
Pertanto mio padre diede l'ordine ai soldati di allontanarsi più rapidamente possibile per sfuggire a una catastrofe.

Il treno sopraggiunse e miracolsamente passò sopra il binario senza deragliare.

Saturday, February 18, 2012

scempio di aranci

Ribelliamoci allo scempio della lingua italiana o, a seconda del caso, dell'ambiente siciliano!

Una pubblicità andata in onda nel mezzo di Sanremo, in uno dei massimi picchi di ascolto della TV, invitava ad acquistare "aranci originali della Sicilia".

Tuesday, February 14, 2012

altra figuraccia informatica


Il Festival di Sanremo si è aperto poco fa con uno sfoggio di tecnologie che riprendevano il tema di 2001 Odissea nello Spazio.
La meccanica delle navette scese dall'alto ha funzionato perfettamente, anche se le ho viste solo con la coda dell'occhio perché stavo combattendo per tentare l'accesso alla mia bolletta di Sorgenia, che dopo avermi richiesto per tre volte di battere una password di 12 caratteri misti maiuscoli e minuscoli, assolutamente impossibile da ricordare, solo per finalmente arrivare a una enorme paginona che diceva
Errore 550, servizio indisponibile per un problema tecnico, riprovare più tardi

Bene mentre mi succedeva questo, sotto la minaccia di dover cambiare la password periodicamente non so per quale sadica perversione (tutto solo per evitare il tremendo rischio che qualcuno veda la mia bolletta), a questo punto a Sanremo erano arrivati alla prima votazione e manco a farlo apposta il sistema di voto elettronico non ha funzionato.

In questo momento, dopo aver cercato invano di rimetterlo in piedi, sono passati ad una vecchia tecnologia, quella dei foglietti di carta.

Temo davvero che siamo un paese negato per la tecnologia e le cose stiano persino peggiorando.

impostore di rank

In diverse occasioni ho avuto modo di prendere le distanze dalle affermazioni del prof. Marchiori che si vantava o lasciava credere di essere l'inventore dell'"algoritmo di Google".

I fatti sono ben chiari, basta leggere l'articolo di Brin e Page in cui introducono PageRank e in cui citano il lavoro di Marchiori, dicendo esplicitamente che l'approccio di Marchiori è diverso dal loro, anzi per l'esattezza l'opposto: Marchiori usa gli outlink e PageRank gli inlink.
Adesso è stato richiesto a Google stessa di pronunciarsi.

Se si dovesse considerare chi per primo ha pensato di utilizzare i link alle pagine, come fonte di informazioni sulle pagine stesse, potrei mettermici anch'io, con vari articoli sulla categorizzazione per contesti:
Il progetto Theseus era iniziato già nel 1996, con la proposta Naxos (aprile 1996) e proseguito con lo sviluppo di Arianna (estate 1996), contemporaneamente allo sviluppo di Google e di PageRank.
Quando Jeffrey Ullman, professore di Stanford e partner di Brin in Google, venne a Pisa come membro della commissione di valutazione del dipartimento, nel 1999, fu colpito dal nostro lavoro al punto di esprimere questo parere nella relazione ufficiale:
The objective of the project is in a sense a combination of the two viewpoints: develop sophisticated Web applications. The reviewers feel that, while the project is not without flaws, it represents an excellent direction for the department to take. We encourage the department to grow this effort if at all possible.
In privato discutemmo le relazioni con il progetto di Brin-Page, e concordammo che, mentre entrambi utilizzavano le informazioni dei link, loro li usavano per la ricerca, mentre noi li usavamo per la classificazione, ed utilizzavamo non soltanto i link, ma anche quello che chiamavamo il loro contesto, ossia i paragrafi circostanti e i titoli dei capitoli o delle sezioni che li includevano.

Sunday, January 15, 2012

Costa Concordia

Questo video mostra il percorso della Costa Concordia fino all'affondandamento:
Incredibilmente secondo SeeNews la nave sarebbe passata in mezzo ai due scogli di Le Scole, ad una profondità di circa 10m, insufficiente per una nave che pesca 8.5 m.

chiarezza su grasso e proteine

Mi fido sempre poco di ciò che riportano i giornali a proposito di diete, anche quando riferiscono studi scientifici.
L'ultimo esempio è questo articolo di Repubblica, che spiega in modo incontrovertibile, secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association, che: 
un regime alimentare povero di proteine fa aumentare la massa grassa

una dieta in cui si assumano poche proteine porta all'aumento di grasso a discapito della massa muscolare.
ma che invece:
 il gruppo cui era stata assegnata una dieta povera di proteine aveva preso meno peso.

e tuttavia:

In coloro che avevano seguito la dieta a basso contenuto proteico, più del 90% delle calorie in eccesso era diventato massa grassa. Per gli altri non era più del 50%.
e infine:
Peso diverso, ma stessa quantità di massa grassa, insomma.

Chiaro, no?

Leggendo l'articolo originale, si scopre semplicemente che:
Overeating produced significantly less weight gain in the low protein diet group (3.16 kg; 95% CI, 1.88-4.44 kg) compared with the normal protein diet group (6.05 kg; 95% CI, 4.84-7.26 kg) or the high protein diet group (6.51 kg; 95% CI, 5.23-7.79 kg) (P = .002). Body fat increased similarly in all 3 protein diet groups and represented 50% to more than 90% of the excess stored calories.
Ossia una dieta ricca di proteine porta a un aumento di peso di più del doppio, anche se il grasso accumulato è lo stesso.



Saturday, January 14, 2012

truffa infostrada wind

Da settimane siamo tempestati da chiamate da agenti di Infostrada che ci offrono di passare al loro servizio.
Evidentemente disperati dopo i nostri infiniti dinieghi, sono passati a una tecnica, che a tutti gli effetti va considerata un tentativo di truffa.

Nell'ultima chiamata, la signorina del call center si è qualificata come Telecom e ha cominciato dicendo che si era verificato un problema sulla nostra linea a causa di un intervento di Infostrada-Wind.
Ho risposto che non capivo cosa potessi entrarci io in una questione tra Telecom e Infostrada: che se la risolvessero tra di loro.
La signorina insisteva dicendo che c'era un problema e che andava assolutamente risolto altrimenti saremmo rimasti senza linea.
Le ho risposto che la nostra linea stava funzionando perfettamente e che non capivo cosa stesse dicendo e la invitai a richiamarmi quando avesse avuto le idee più chiare e chiusi la telefonata.
Pochi secondi dopo venivo richiamato dalla stessa signorina che insisteva che c'era un problema causato da Infostrada e chiedeva di parlare col titolare della linea, che è mia moglie.
A mia moglie Maria venne ripetuto lo stesso discorso, che rischiavamo di restare senza linea se non facevamo quanto ci chiedevano. La signorina le chiese di prendere l'ultima bolletta e di indicarle il Codice Segreto in essa indicato. Rispondemmo che non avevamo nessuna bolletta sottomano, e la signorina protestò che non era possibile. Spiegammo che riceviamo le bollette online e che se loro erano Telecom lo avrebbero dovuto sapere e tanto più il codice segreto, che pertanto ci rifiutammo di fornire.
La signorina rispose che in effetti loro erano Telecom e infatti avevano i nostri dati, ripetendo il nome del titolare della linea e il suo codice fiscale.
A questo punto spiegò a Maria che la avrebbe fatta parlare con l'ufficio legale di Telecom e dopo qualche minuto di attesa le venne passata un'altra pesona, che si qualificò come rappresentante dell'ufficio legale di Telecom e ribadì la storia che dovevamo seguire le loro istruzioni: avremmo dovuto confermare l'adesione al servizio Infostrada rispondendo a delle domande che ci sarebbero state poste.
Maria ribadì che non aveva alcuna intenzione di aderire a Infostrada, ma loro insistettero dicendo che questa era la soluzione più semplice, perché a quel punto Telecom avrebbe potuto intervenire e chiedere il rientro presso di loro.
Maria disse che già eravamo in Telecom e non capiva come passare a Infostrada sarebbe stata una soluzione più semplice per restare con Telecom.
Quelli insistevano dicendo che loro facevano sempre così perché quello era il modo più rapido di risolvere il problema (non si capisce quale).
Maria disse che non le tornava, ma comunque acconsentì a ricevere la telefonata.
Poco dopo arrivò una telefonata apparentemente da Infostrada che le chiese se voleva aderire al servizio, a cui ovviamente lei rispose di no: questa volta l'incaricata non fece una grinza, si scusò e richiuse.
A questo punto arrivò una nuova chiamata dal presunto ufficio legale di Telecom in cui si arrabbiarono dicendo che lei avrebbe dovuto rispondere sì a tutte le domande minacciando che altrimenti ci avrebbero staccato la linea.
Maria alla fine si stufò e disse che non poteva affermare il contrario di ciò che pensava e chiuse la telefonata.

Siccome tutta la vicenda puzzava di imbroglio, telefonai a Telecom chiedendo se risultava un qualche problema in corso sulla linea e riferii di tutta la vicenda.
Mi rassicurarono che non c'era nessun problema e nessun intervento in corso e si raccomandarono di non fornire a nessuno informazioni e tantomeno il codice segreto, che è quello che serve per la migrazione ad altri operatori.

Quindi attenzione a tutti, se ricevete proposte come questa, si tratta di un tentativo di truffa da cui guardarsi bene.
Tra l'altro poiché erano coinvolte più persone, si tratta di truffa aggravata.