Thursday, June 30, 2011

IT senza IT

Questo racconto spiega perché l'Italia ha perso il treno dell'Information Technology.

Tuesday, June 28, 2011

lame o non lame

Quattro anni fa commentavo questo annuncio di Gillette:
Finalmente ci sono arrivati: 5 blades is better than 4!
Era nato persino un gruppo su Facebook per bloccare la degenerazione.

Adesso anche loro hanno capito che era una schiocchezza e in questi giorni dichiarano con paginone di pubblicità sui giornali:
non aumenteremo più il numero di lame.

Sunday, June 19, 2011

Tremo per Tremorti

Ormai siamo alla resa dei conti di 17 anni di politica economica fallimentare, eccettuate le brevi parentesi di Ciampi e di Prodi. Dopo Standard&Poor's, anche Moody's preannuncia un declassamento del debito pubblico italiano.
Come sempre ben vigili, le agenzie di rating si accorgono dei problemi troppo tardi.

A Tremonti non resta che qualche mossa disperata per tentare di riassicurare i mercati che tra poche ore, quando apriranno i mercati asiatici, si scateneranno sul debito italiano, facendoci a pezzettini.
Tremo al pensiero di quale possa essere la mossa disperata, dato che la carta segreta di Tremonti è il tentativo di equiparare il debito pubblico con il risparmio privato.

Allora ricordiamci bene di chi è lo sciagurato responsabile di tutto ciò, come ci ricorda in questa breve sintesi Eugenio Scalfari, a buona memoria di coloro che tuttora anche nell'opposizione elogiano Tremonti.

E gli errori di Tremonti, come ribadisce Massimo Giannini, sono imperdonabili:
Questo governo ha tamponato il deficit, ma ha fatto riesplodere il debito, e ha dilapidato il tesoretto dell'avanzo primario. Il Paese non ha conosciuto vero né rigore contabile, né meno che mai vera crescita economica. Accorgersene, oggi, è una colpa etica imperdonabile. E rimediare, ormai, è una scommessa politica non più credibile.

Friday, June 10, 2011

software nuclerare

Vorreste una centrale nucleare vicino a voi controllata da software affidabile come quello fornito da IBM a Poste Italiane?

A oltre una settimana dal guasto che ha mandato in tilt i servizi di Poste Italiane, i tecnici ancora brancolano nel buio sulle cause.
Se fosse successo in una centrale nucleare, immaginatevi i danni dopo una settimana.

Ma questo è nulla: la mia automobile è controllata da una centralina elettronica.
In 8 anni ho già ricevuto due lettere dalla casa costruttrice che segnalava di rivolgermi al concessionario per farla sostituire a causa di difetti di progettazione, entrambi potenzialmente pericolosi per la mia vita come lo spegnimento improvviso delle luci durante la guida.

Eppure la centralina è un oggetto tecnologicamente semplice riprodotto in milioni di esemplari.
Immaginate i rischi del sistema di controllo di una centrale nucleare di cui vengono costruiti pochissimi esemplari.

Thursday, June 09, 2011

Internet diritto umano

Qualcuno si ricorderà che sostengo da molti anni che Internet vada incluso tra i diritti umani e che non basta l'art. 19 della dichiarazione dei diritti umani relativa alla libertà di espressione.
Il parere è condiviso dal 79% degli intervistati in un sondaggio della BBC.

Ora finalmente anche l'ONU sembra volerlo riconoscere:
Given that the Internet has become an indispensable tool for realizing a range of human rights, combating inequality, and accelerating development and human progress, ensuring universal access to the Internet should be a priority for all States. Each State should thus develop a concrete and effective policy, in consultation with individuals from all sections of society, including the private sector and relevant Government ministries, to make the Internet widely available, accessible and affordable to all segments of population.

Post-allo

Come informatici credo che la questione di come un sistema informatico, vitale per il paese come quello delle Poste, possa andare in tilt per circa una settimana dovrebbe per lo meno incuriosirci.

In questo articolo vengono tirate in ballo aziende tra le più grandi al mondo (IBM, HP), tecnologie tra il moderno e l'antico (VTAM, DB2 e cloud) e investimenti di oltre 33 milioini di Euro da parte di un'azienda pubblica.

Possibile che ci troviamo ancora di fronte a casi così clamorosi di imperizia?
Nessuno ha insegnato agli specialisti software che prima di fare il deployment su larga scala di un sistema si fanno test accurati?
Perché non è stato possibile fare un rollback al sistema precedente, appena sono stati accertati i malfunzionamenti?
Da qualche parte si parla di "bug", ma per l'esattezza che tipo di bug si è trattato?

Le notizie sull'accaduto che sono riuscito a trovare in rete possono essere definite quanto meno "reticenti".

In cosa è programmato il Service Delivery Platform di IBM?
Non sarà per caso un problema di inefficienza dovuto, che ne so, alla pesantezza di Java EE?
Non sarà ancora una volta un caso in cui i programmatori hanno perso la percezione dei costi delle soluzioni, causato dall'accavallamento di strati di software di cui nessuno sa prevedere l'impatto?
Siamo sicuri che l'informatica stia facendo progressi o non stia invece regredendo a sistemi che non si riescono più a controllare?

È possibile che ci si debba ridurre ad accettare, come se fosse una fatalità:
"il sistema è così complesso che ancora, a distanza di una settimana dal fattaccio, Poste, Hp e Ibm non hanno scoperto del tutto la causa del problema"?
Se il sistema è così complesso che non lo si riesce a controllare, lo si sarebbe dovuto rifiutare, rimandando i progettisti al tavolo di disegno, non pagare 33 milioni.

Se qualcuno ha notizie di prima mano, sarei grato che le condividesse.

Tuesday, June 07, 2011

truffa contatori dell'acqua

Da diversi anni lotto insieme con tutto il condominio contro la truffa dei contatori pilota, che il gestore privato Acque Spa ci ha costretto a installare.
Il contatore pilota è installato all'ingresso del palazzo: immediatamente all'interno del palazzo, un metro più in là nell'androne delle scale ci sono i contatori dei singoli appartamenti.

Acque Spa calcola la differenza tra il valore misurato dal contatore pilota e la somma dei singoli contatori (8 in tutto) e ci addebita la differenza.

La differenza risulta essere di circa 133 mc l'anno, ossia quasi mezzo mc al giorno.

Se ci fosse una perdita di tale entità nel tratto di tubazione di un metro tra il contatore pilota e i contatori lo si vedrebbe e le scale sarebbero perennemente allagate.

Alle nostre ripetute proteste, Acque Spa ha fatto eseguire un sopralluogo e ha risposto che i contatori rientrano nella norma di una tolleranza di ± 2% e che pertanto l'importo di circa 200,00 Euro è dovuto.

Ci sono due errori in questa argomentazione:
  1. la tolleranza dei contatori non è costante, ma aumenta col consumo, pertanto il contatore pilota che legge valori circa dieci volte superiori a quelli dei singoli ha una tolleranza maggiore
  2. se si trattasse di tolleranza, la tolleranza provocherebbe letture a volte positive e a volte negative, mentre nel nostro caso le letture sono sempre a vantaggio del gestore.
Una lettura sempre errata per eccesso si chiama tecnicamente "errore sistematico" di misura, non tolleranza di strumento di misura.
Nonostante le nostre argomentazioni e nonostante questa stessa situazione si ripeta in quasi tutta la città di Pisa, Acque SpA si rifiuta di accogliere il nostro reclamo.

La soluzione alternativa che Acque Spa ha imposto in maniera surrettizia a tutti gli utenti, è stata l'adesione ad una polizza di assicurazione contro le perdite occulte, inserita proditoriamente nelle bollette con una clausola di adesione per silenzio assenso.

Altro che efficienza e eliminazione degli sprechi! Acque Spa vuole guadagnarci due volte sugli sprechi, facendoceli pagare sia in bolletta sia come costi di assicurazione.

L'arroganza e la poco trasparenza dimostrata dal gestore privato in questa nostra vicenda mi fanno decisamente propendere per il ritiro delle concessioni ai privati.

Lanzillotta dell'acqua

Linda Lanzillotta, ex ministro ombra del PD alla Pubblica Amministrazione e all'Innovazione, fa parte del comitato per il No al referendum sull'acqua pubblica.

La sua argomentazione è che la PA è inefficiente e costituisce una casta.
Proprio quello che ti aspetti che combatta e sconfigga un ministro alla Pubblica Amministrazione e all'Innovazione.

Si potrebbe dire che la Lanzillotta chiede un voto alla propria incapacità.

Un motivo in più per votare Sì.

Del resto se la PA è inefficiente e costituisce una casta, questo è un problema che va comunque affrontato e non lo si risolve certo sottraendo la gestione dell'acqua (e dei trasporti) ai comuni.
Bisognerebbe togliere tutto alla PA, dalle scuole alla giustizia, alla sanità, alla difesa, alle strade, alle ferrovie, ecc.
Lancia in resta Lanzillotta! Visto che non sai come far funzionare lo stato, smantellalo del tutto!

PS.
Anche il marito della Lanzillotta, Franco Bassanini, che aveva lasciato una buona memoria di sè come ministro per la Funzione Pubblica introducendo norme sulla autocertificazione, fa parte del comitato per il No.

Ho sentito Bassanini argomentare contro il referendum sulle tariffe per l'acqua, sostenendo che per migliorare l'infrastruttura servono capitali, che i comuni non hanno e che dovrebbero reperire rivolgendosi ai privati raccogliendo finanziamenti che andrebbero remunerati.
Bassanini forse immagina che i privati i capitali li trovino nel campo dei miracoli e non debbano farseli prestare a loro volta e di conseguenza li debbano remunerare.
Con la gestione privata i capitali verrebbero quindi remunerati due volte, una volta da parte del gestore che li metterà nei costi, e una volta da parte dei cittadini col sovrapprezzo nella bolletta.
In altri temini, se servono 100 di capitale, i cittadini dovrebbero pagare 100 + 7 (interessi) + 7 (sovrapprezzo) = 114 con il gestore privato, invece di solo 100 + 7 = 107 con la gestione pubblica.

Poiché 114 > 107 è evidente che bisogna votare Sì al referendum sulle tariffe dell'acqua.

hotel Patria

Bella trasmissione ieri sera su Rai3 di Mario Calabresi, direttore de La Stampa.
Calabresi racconta l'Italia di oggi e gli italiani che si impegnano a dare il meglio di sè e a sopravvivere in un ambiente che sta diventando sempre più ostile: "storie di passione, coraggio, amore e talento".

Particolarmente toccante la storia della scuola di via Paravia a Milano costretta a chiudere a causa della norma idiota e populista del ministro Gelimini che vieta classi con più del 30% di stranieri.
Gli stranieri in questione sono in realtà ragazzini nati in Italia da immigrati e che parlano e vivono da italiani e si sentono italiani.
Il risultato disastroso è che nei locali della scuola che chiude verrà aperta una scuola egiziana e siccome l'unica altra scuola del quartiere è una scuola privata francese, a quei ragazzini verrà negato il diritto all'istruzione che la nostra costituzione garantisce.

Hotel Patria si colloca nella scia delle migliori trasmissioni giornalistiche televisive italiane, dalla TV7 di Zavoli al Fatto di Enzo Biagi e c'è da augurarsi che abbia il successo che merita.

A fronte di una trasmissione che apre alla Rai, ce n'è oggi una che chiude, quella "micidiale" Annozero che ha fatto perdere le elezioni amministrative a Berlusconi.
È impressionante anche qui vedere l'idiozia all'opera: i migliori personaggi televisivi che raccontano semplicemente la realtà (Fazio, Gabbanelli, Saviano, Iacona, Lerner, Mentana) subiscono ostracismi e sono accusati di faziosità per essere sostituiti da personaggi spudoratamente faziosi e narcisisti come Ferrara, Paragone e Sgarbi, ai quali viene affidato il compito di presentare una finzione.
Lo spettacolo è talmente squallido che il pubblico stesso si rivolta.

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

Monday, June 06, 2011

la scoperta del secolo

Ernesto Galli della Loggia ha fatto la scoperta del secolo: il PdL è un partito di servi di un padrone.
Ci voleva il genio di un politologo acuto e intelligente e diciassette anni di studio per arrivare a questa strabiliante conclusione.
Mi permetto di dubitare però che il Galli ci sia arrivato da solo: secondo me ha copiato.
Infatti è stato Giuliano Ferrara stesso ad autodefinire se stesso e gli accoliti di Berlusconi "servi liberi".

Saturday, June 04, 2011

Grand Challenges

Joseph Sifakis, che ha ricevuto lo ACM Turing Award 2007 per le sue ricerche sul model checking, ha tenuto ieri un seminario all'IMT sul tema
From programs to real-life systems: building a smarter world

nel quale ha indicato tre Grand Challenges per l'informatica:
  • Marry physicality and computation
  • Component-based design
  • Adaptivity
L'UK Computing Research Committee ha raccolto a sua volta questa lista di Grand Challenges.
 
Io vorrei fare la seguente considerazione.
Tra poco un soggetto noto, ma anche altri, potrà disporre di:
  • 1 ZetaByte di spazio disco (10^21 Byte)
  • 160 milioni di core
in un unico sistema ben coordinato, non come somma di sistemi disparati.

La challenge è immaginare cosa fare con questa potenza di elaborazione che non sia la pura e semplice applicazione di brute force a montagne di dati.

Per esempio Google Goggles è un impressionante servizio in grado di usare una foto per lanciare una ricerca: fotografate la torre di Pisa e vi trova tutto ciò che è rilevante.
Ma il meccanismo si basa sostanzialmente su distribuire la ricerca su un archivio di 1 miliardo di foto a migliaia di processori.
 
Il mio parere è che gran parte delle applicazioni odierne siano autoreferenziali, ossia trasformano dati di un tipo in dati dello stesso tipo.
 
Nel caso di Goggles: immagini in immagini, ma analogamente la search opera tra parole e parole, la traduzione tra frasi e frasi.
 
Raramente si tenta di passare da un dominio a un altro, da un testo al suo significato, da una frase ad un'azione, da uno scambio a un'interazione, da un messaggio a un'arricchimento di conoscenze.
 
Questa è pertanto la mia Grand Challenge:

  • Apprendimento continuo ad operare attraverso interazioni
Vi invito a segnalarmi le vostre.

PS.
Tra i soggetti che disporranno di tali risorse non ci sono università o centri di ricerca e ciò pone un qualche problema sul ruolo della ricerca pubblica in informatica.