From programs to real-life systems: building a smarter world
nel quale ha indicato tre Grand Challenges per l'informatica:
- Marry physicality and computation
- Component-based design
- Adaptivity
L'UK Computing Research Committee ha raccolto a sua volta questa lista di Grand Challenges.
Io vorrei fare la seguente considerazione.
Tra poco un soggetto noto, ma anche altri, potrà disporre di:
- 1 ZetaByte di spazio disco (10^21 Byte)
- 160 milioni di core
La challenge è immaginare cosa fare con questa potenza di elaborazione che non sia la pura e semplice applicazione di brute force a montagne di dati.
Per esempio Google Goggles è un impressionante servizio in grado di usare una foto per lanciare una ricerca: fotografate la torre di Pisa e vi trova tutto ciò che è rilevante.
Ma il meccanismo si basa sostanzialmente su distribuire la ricerca su un archivio di 1 miliardo di foto a migliaia di processori.
Il mio parere è che gran parte delle applicazioni odierne siano autoreferenziali, ossia trasformano dati di un tipo in dati dello stesso tipo.
Nel caso di Goggles: immagini in immagini, ma analogamente la search opera tra parole e parole, la traduzione tra frasi e frasi.
Raramente si tenta di passare da un dominio a un altro, da un testo al suo significato, da una frase ad un'azione, da uno scambio a un'interazione, da un messaggio a un'arricchimento di conoscenze.
Questa è pertanto la mia Grand Challenge:
- Apprendimento continuo ad operare attraverso interazioni
PS.
Tra i soggetti che disporranno di tali risorse non ci sono università o centri di ricerca e ciò pone un qualche problema sul ruolo della ricerca pubblica in informatica.
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