Saturday, March 27, 2010

spettro del deficit

Lo spettro del deficit è uno spettro: non si vede e men che meno lo vede Tremorti, che si vanta di doti divinatorie in economia.

Lo vede invece il governatore aggiunto della Banca Centrale Cinese, Zhu Min:

La crisi senza precedenti che ha colpito la Grecia non è che "la punta dell'iceberg" che lo spettro di un deficit economico possa propagarsi al resto dell'Europa.
Oggi le principali preoccupazioni sono evidentemente l'Italia e la Spagna.

E lo vede anche Robert Mundell, vincitore del Nobel per le sue ricerche che hanno posto le basi per l'Euro.

Wednesday, March 24, 2010

ricerca nel basket

Su un settimanale che ho trovato al bar ho letto poco fa queste parole:

Lo stato investe poco non soltanto nella ricerca, ma anche nell'Università, e, prima ancora, nella scuola pubblica. Investe poco nella formazione dei nostri figli. Quindi nel suo stesso futuro.

Sono parole da un'intervista a Ettore Messina, allenatore del Real Madrid di basket, apparse su Sport Week, allegato della Gazzetta dello Sport, il quotidiano più letto in Italia, del 20/3/2010.

Mens sana in corpore sano: il basket fa bene alla mente.

Sunday, March 21, 2010

blockbusted

Blockbuster è sull'orlo del fallimento.

Gli esperti dicono che è stata Internet a decretare la sua fine:

Blockbuster, già colpito dalla tv via cavo, è stato strangolato dalla rete.

... secondo quella "teoria dei nuovi prodotti" con cui gli economisti spiegano in tecnologia il trionfo del nuovo ai danni del vecchio: il cinema ucciso dal dvd, i dvd uccisi da Internet.

Non è esattamente così: Netflix infatti distribuisce i film in DVD. Il video on demand ancora non è praticabile, specie negli USA dove la diffusione della banda larga ha bisogno di incentivi statali.

Netflix, come Apple con iTunes, ha sfruttato Internet per creare un mercato di dimensioni enormi sia per numero di prodotti che di consumatori, facilmente accessibile da casa e personalizzato sugli interessi dei clienti.
Il mercato accessibile da casa elimina naturalmente anche i costi dei negozi brick&mortar di Blockbuster, come Amazon ha fatto con Barnes & Noble.
Nella strategia di Netflix ha tuttavia un ruolo fondamentale il meccanismo dei suggerimenti, tant'è vero che Netflix ha offerto un premio di 1 milione di dollari a chi fosse stato in grado di migliorare del 10% il suo algoritmo di collaborative filtering.
Il premio utilizza anche un modo originale di fare ricerca sfruttando il crowdsourcing.

Quelli come Fastweb che offrono da noi servizi di IPTV non hanno capito che la differenza la fa proprio la creazione del mercato, non la creazione di bouquet di offerte più o meno ben confezionate, con titoli ristretti che interessano poco o comunque trascurando interamente la long tail, che vale almeno la metà dei titoli di maggior successo.

Bisogna quindi puntare a raggiungere tutti i clienti con tutti i prodotti, e non solo i propri clienti con i propri prodotti.

Saturday, March 20, 2010

mission impossible per i candidati governatori

Berlusconi ha fatto giurare ai candidati alla presidenza delle regioni un "patto per la libertà" con cui si impegnano in una mission impossible.

Mission impossible non per difficoltà, ma perché contraddittoria:

  1. attuare il piano casa che dà via libera alla cementificazione del territorio e contemporaneamente fare diventare "l'Italia il giardino d'Europa"
  2. dimezzare le code per gli esami medici e tagliare le tasse
  3. "eliminazione totale gli sprechi"
Siccome la lunghezza media delle code è data da N = λT, dove λ è il tempo di arrivo su cui i governatori non possono influire, occorre necessariamente ridurre T, il tempo di svolgimento del servizio. Posto che i governatori non hanno il potere di cambiare le pratiche mediche per accelerare il tempo necessario per effettuare un esame, occorrerebbe quindi aumentare i medici e/o le apparecchiature. Riuscire a farlo senza aumentare le spese per poter ridurre le tasse è decisamente impossibile.

L'eliminazione "totale" degli sprechi è un compito impossibile, visto che è impossibile fare previsioni accurate al 100% e quindi una certa quantità di sprechi sono inevitabili. Berlusconi dovrebbe saperlo, dato che il suo governo ha acquistato milioni di vaccini per l'influenza A che non sono stati utilizzati.

Sarebbe stato più praticabile e più efficace un impegno all'eliminazione "totale" della corruzione e dei privilegi.

Guardate con quale gioiosa incoscienza i governatori hanno giurato di fare quanto dice il patto:

Friday, March 19, 2010

lettera aperta a Corrado Passera

Intendo chiedere un incontro con Corrado Passera, CEO di Intesa Sanpaolo, in occasione della sua presentazione all'IMT il 29 marzo, per chiedergli di ritirare lo spot sui ricercatori.

Questo è il testo della lettera che vi invito a sottoscrivere, mandandomi un riscontro via mail (attardi at di dot unipi dot it) e di trasmettere ad altri colleghi ricercatori:

Egregio sig. amministratore Corrado Passera,

da qualche tempo Intesa Sanpaolo trasmette uno spot in TV, in cui si racconta la storia fittizia di un ricercatore italiano che ha ottenuto un dottorato in USA dove svolge attività di ricerca e che decide di rientrare in Italia. Nello spot lo si vede entrare nell'edificio di una Università in Italia nella quale ha creato un centro di ricerca ricco di attrezzature e di personale attivo nella ricerca biomedica, e lo si sente affermare che in Italia si può fare ricerca ancor meglio che negli USA.

Vorremmo tantissimo che ciò fosse vero, ma purtroppo ciò è quanto più lontano dalla realtà si possa immaginare. Al contrario, decine di ricercatori italiani sono costretti a lasciare l'Italia per trovare opportunità all'estero. E non è questione solo di impegno o buona volontà, come lo spot vorrebbe far credere, trovare o creare opportunità in Italia.

Riteniamo quindi che lo spot sia offensivo per le migliaia di ricercatori italiani che vivono una realtà ben diversa e lontana dal mondo di favola che lo spot illustra: la ricerca italiana sopravvive a fatica grazie all'impegno e i sacrifici che i ricercatori italiani fanno quotidianamente, a fronte di infrastrutture insufficienti, personale insufficiente, prospettive di lavoro precarie e finanziamenti per importi risibili.
Non solo i finanziamenti pubblici sono ben lontani da quel 3% del PIL che l'agenda di Lisbona aveva indicato come obiettivo per l'Europa del 2010, ma i finanziamenti privati alla ricerca sono praticamente assenti. In Italia i fondi destinati alla ricerca sono infatti attorno all'1% del PIL: 0,25% per quella universitaria, 0,20% per quella degli enti pubblici di ricerca e 0,55% circa per quella delle imprese.

Per di più lo spot fa intendere che siano bravi solo i ricercatori che hanno studiato all'estero.

Riteniamo inoltre che lo spot sia ingannevole, in quanto, come spiega Fabrizio Paschina, responsabile pubblicità e web di Intesa San Paolo, mira a pubblicizzare prodotti destinati alle imprese e non alle università.

Per queste ragioni, le chiediamo di ritirare lo spot.

Vorremmo infine che chiarisse come si concilia un messaggio pubblico di supporto alla ricerca con il ruolo che Intesa Sanpaolo ha avuto nel salvataggio di Alitalia, per il quale sono stati utilizzati 300 milioni di Euro, sottraendoli ai fondi di ricerca destinati alle università.

Wednesday, March 17, 2010

sostiene Lisbona

Carlo Mochi Sismondi segnala che:

Esattamente dieci anni dopo quel vertice di Lisbona che indicò l’omonima strategia, più citata che attuata, la Commissione Europea ci riprova diffondendo lo scorso 3 marzo il documento strategico “Europa 2020 - Una strategia per una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva
”.

La strategia di Lisbona era fondata su tre pilastri: competitività economica basata sull’economia della conoscenza, lotta all’esclusione sociale attraverso la formazione, sostenibilità ambientale.
La nuova strategia Europa 2020 invece… pure.

Citiamo dal documento di presentazione:

Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda:
  1. crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione;
  2. crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo
    delle risorse, più verde e più competitiva;
  3. crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione
    che favorisca la coesione sociale e territoriale.

La prima cosa che viene da chiedersi, quindi, è se ci sono motivi razionali per essere ottimisti questa volta e pensare che fra dieci anni potremo avere in carniere qualcosa di più di quel poco che abbiamo avuto in questa tornata.

Eh già, cosa ce lo dovrebbe far credere?

Buffo che per Sismondi il motivo principale per crederci è l'argomento ontologico di S. Anselmo: se l'Unione Europea non facesse queste cose, a cosa servirebbe?

Sunday, March 14, 2010

Romano rassegnato

Avevo letto l'articolo di Sergio Romano sul Corriere a cui Scalfari si riferisce e avevo avuto lo stesso senso di rigetto e di rabbia.
Mentre lo leggevo stava parlando in diretta dal palco Riccardo Iacona, con una lucidità e passione travolgenti: l'articolo Romano lo aveva già scritto, dimostrando come funziona certo giornalismo italiano e specialmente i commentatori politici, che sputano sentenze preconcette, senza calarsi nella realtà.

Il giornalista Romano farebbe bene a riascoltare l'intervento di Iacona sui gravi attentati alla libertà che stiamo subendo e che dovrebbero sì stare a cuore a un giornalista, anziché rassegnarsi e attribuire agli altri la sua rassegnazione o la sua mancanza di idee.
L'invito all'astensione che lui fa è l'epitome della mancanza di idee: Romano non ha nemmeno idea per chi votare.


Ringrazio Scalfari per aver dato lui una degna risposta a Romano.

Thursday, March 11, 2010

a Sua immagine e somiglianza

In un precedente post riportavo come la pensano alcuni giovani elettori del PDL sui problemi con le liste elettorali.

Si diceva che la politica è lo specchio del paese, ma oggi siamo arrivati all'identificazione assoluta.
I giovani hanno persino anticipato il pensiero di Berlusconi, il quale ha accusato la sinistra di aver bloccato la presentazione delle liste del PDL, smentendo l'evidenza e le ammissioni dei suoi stessi delegati.
La verità è, per definizione, ciò che fa comodo al premier, e va accettata come una rivelazione divina, con fideismo assoluto.

Stabiliante la giustificazione, ripresa anche dalla sottosegretaria alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati, secondo cui il PDL si presenta alle elezioni da 16 anni, quindi non può aver sbagliato.
Al di là della adesione fideistica, qui c'è persino l'utilizzo di un ragionamento induttivo, che come si sa, non è logicamente valido.

Chissà perché nei prospetti illustrativi sugli investimenti finanziari, viene fatto scrivere, a tutela degli investitori, che le prestazioni precedenti non sono garanzia per quelle future.
Bisognerà rivedere la normativa e far togliere questa anacronistica affermazione.
Gli elettori del PDL non hanno bisogno di essere tutelati: hanno scelto coscientemente di lasciarsi truffare.

Storage in the sky o Cloud Computing

Due idee che presentai il 1 marzo 2001 al convegno dei DS su Larga Banda a Firenze:

  1. una rete nazionale di GigaPop
  2. un servizio di Storage in the Sky
Entrambe sono diventate adesso di attualità: la prima con la possibilità dello scorporo della rete da Telecom per affidarla ad una azienda prevalentemente pubblica.
La seconda oggi passa sotto il nome di Cloud Computing.

Sunday, March 07, 2010

al bar per bersi cerve...llo

Certi giovani non bevono cerveza, ma qualcos'altro.

Racconta Mauro Medeot, sul blog di Beppe Grillo:

sono andato al mio solito bar per una birretta!
premetto che è un covo di milanisti, quindi berlusconiani (non me ne vogliano i milanisti "puri", per favore)
ri-premetto che l'età media è di 25/30 anni perché, oltre a me vecchietto e pochi altri, è frequentato da 20/25enni.
ho fatto un minisondaggio.

domanda uno: cosa ne pensate del fatto che ci siano stati dei problemi con le liste elettorali?
risposta:
70% perchè, si vota?
30% aspetta che chiedo a papà!

domanda due (conseguente alla prima): si vota per le regionali, anche da noi, voi che ne pensate del fatto che alcune liste abbiano avuto dei problemi?
risposta:
50% a me che me frega, tanto voto per lo zio silvio
50% sono cazzi della sinistra se ha fatto dei casini

domanda tre: sapete che il governo ha fatto una "leggina" per eliminare i problemi?
risposta:
70% ci sembra strano che il governo favorisca l'opposizione
30% se il governo ha fatto una "leggina" un motivo ci sarà!

domanda quattro: andrete a votare, e se andrete, volete dirmi per chi?
risposta:
95% dipende da come arrivo conciato a casa la sera prima dalla discoteca, comunque per il pdl
5% com'è finita la partita?

domanda cinque: che cazzo faccio a fare dei minisondaggi se so già con che pirla ho a che fare?
autorisposta:
100% paga la birra e vai a casa!

conclusione:
se questi sono quelli che un giorno dovranno garantirmi la pensione, è meglio che continuo a lavorare fino alla morte!

Saturday, March 06, 2010

lettera aperta a Napolitano

Egregio Presidente della Repubblica,

Non posso che manifestare il mio disappunto per la sua scelta di firmare il decreto legge salva-liste.
Come lei sa l'art. 72 della Costituzione esige che in materia elettorale si proceda con l'esame e l'approvazione diretta della Camera.

Si ha l'impressione che lei si sia fatto intimidire dal capo di governo, che ha una grande capacità di creare slogan che capovolgono la realtà: la mancata presentazione di una lista diventa togliere il diritto di voto, la chiusura anticipata dei processi diventa processo breve.
Ma solo gli ingenui possono cadere in questi tranelli.
Lo spiega magnificamente il linguista George Lakoff nel suo libro Don't think of an Elephant, che sembra il manuale d'uso dei governi di destra.

Lei poteva quanto meno attendere le decisioni dei magistrati che oggi hanno risolto legalmente la questione.
Adesso lei risulta indebolito e ricattabile dal capo di governo che in questo modo celebra una duplice vittoria, piegando lei e la Costituzione ai suoi desideri.
È un vero dramma per l'Italia essere ormai sottomessa ai voleri di un solo uomo, che decide e dispone a suo piacere contro le leggi e contro gli interessi dei cittadini.

Malintesi sul caso Google Video

In tanti si sono lamentati per la sentenza del tribunale di Milano sulla vicenda del video di abuso su un disabile in una scuola di Torino, gridando all'attentato alla libertà di espressione.

Bisogna evitare di gridare "Al lupo!" quando è fuori caso.

In realtà i dirigenti di Google sono stati assolti dall'accusa di diffamazione, come spiegano i legali della società.
La condanna riguarda invece la violazione delle norme sulla privacy.

Se il reato è quello indicato nell’art. 167 della legge sulla privacy, Google risulta colpevole per le seguenti ragioni:
  1. ha operato a fini di lucro
  2. ha effettuato trattamento di dati personali (creando un indice per la ricerca)
  3. ha causato nocumento.
Purtroppo è questo articolo che va rivisto.
Intanto va distinto il trattamento dei dati da quello dei metadati: l'indice viene costruito sui metadati, es. titolo, tag, data e altro.
Poi quello di punire il fine di lucro è un principio puritano, incoerente in una società moderna.

È perfettamente legittimo operare a fini di lucro anche attraverso la rete.
Il servizio di indicizzazione e ricerca poi è fornito gratuitamente e va a beneficio degli utilizzatori del servizio.

Andrà quindi corretta la legge sulla privacy, eliminando la clausola sul fine di lucro e precisando che dal trattamento dei dati vanno esclusi il trattamento dei meta-dati e altre elaborazioni che non espongono i dati stessi, per esempio le elaborazioni statistiche.

Wednesday, March 03, 2010

Ricercatori presi in giro

Da qualche giorno circola in TV uno spot di una banca che non nomino perché non se lo merita, in cui si vede un ricercatore italiano che lavora a Venice (vicino Los Angeles, ma figurati!) ma ha nostalgia dell'Italia e decide di rientrare.
Lo comunica al suo direttore il quale commenta: "Ci vuole coraggio".
Dopo di ché lo si vede al lavoro in un superattrezzato centro di ricerca in Italia e commenta: "Qui è meglio che in America".
Lo spot si conclude con la domanda: "Riuscirà a portare avanti il suo sogno?".

Vedendolo ho urlato immediatamente: "Noooo!!!!".



Sono allibito. Sono un ricercatore il cui progetto è stato selezionato tra i PRIN 2008, con giudizi entusiastici dei revisori stranieri.
Purtroppo il MIUR ha finanziato il 10% dell'importo necessario, per un totale di 7000 Euro in due anni per il lavoro di quattro persone.

In media i progetti dell'area Informatica, 9 in tutto, hanno avuto quest'anno finanziamenti inferiori al 20% del costo dei progetti.

Questo spot è un'indecenza e offende tutti i ricercatori italiani che si sacrificano quotidianamente per poter sopravvivere.

Il migliore video di ri-spot-ta allo spot è il seguente: