Esattamente dieci anni dopo quel vertice di Lisbona che indicò l’omonima strategia, più citata che attuata, la Commissione Europea ci riprova diffondendo lo scorso 3 marzo il documento strategico “Europa 2020 - Una strategia per una crescitaEh già, cosa ce lo dovrebbe far credere?
intelligente, sostenibile e inclusiva”.
La strategia di Lisbona era fondata su tre pilastri: competitività economica basata sull’economia della conoscenza, lotta all’esclusione sociale attraverso la formazione, sostenibilità ambientale.
La nuova strategia Europa 2020 invece… pure.
Citiamo dal documento di presentazione:
Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda:
- crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione;
- crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo
delle risorse, più verde e più competitiva;- crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione
che favorisca la coesione sociale e territoriale.La prima cosa che viene da chiedersi, quindi, è se ci sono motivi razionali per essere ottimisti questa volta e pensare che fra dieci anni potremo avere in carniere qualcosa di più di quel poco che abbiamo avuto in questa tornata.
Buffo che per Sismondi il motivo principale per crederci è l'argomento ontologico di S. Anselmo: se l'Unione Europea non facesse queste cose, a cosa servirebbe?
No comments:
Post a Comment