Friday, December 14, 2007

Italia affonda? Negare tutto.

Se il New York Times afferma che l'Italia affonda, viene considerata una brutta notizia e tutti si affrettano a negarla.

La bella notizia sarebbe invece se finalmente prendessimo atto con coraggio che:

1. "siamo un Paese in declino, e sul piano industriale siamo un Paese di seconda fascia. Prendiamone atto, una volta per tutte" (M. Giannini).
Checché ne dicano Berlusconi, De Rita, e soprattutto Tremonti, che dopo averci raccontato per 5 anni di fila panzanate di miracolo economico in arrivo, e che bisognava spendere a piene mani perché il calo dei consumi era solo colpa dei disfattisti della sinistra, ha avuto la faccia tosta di dire domenica scorsa da Fabio Fazio che lui aveva previsto per primo questa crisi epocale e che è merito suo se le cose non sono andate peggio.
Cose da prenderlo a schiaffi.

2. abbiamo una classe politica totalmente incapace di prendere decisioni.
Si vedano le questioni Alitalia, TIR, taxi, farmacie, wimax, televisioni, conflitto di interessi, legge Biagi, inchiesta G8, ecc.
I partitici (non meritano il termine politici) non sanno altro che litigare tra di loro e mentre il paese va a rotoli ci hanno fatto già capire che per i prossimi 12 mesi non faranno altro che discutere di una faccenda loro interna come la legge elettorale, cioè come spartirsi i voti, di cui è assolutamente evidente che non riusciranno a venire a capo.
Oltretutto i dibattiti televisivi da qui a luglio sono stati già tutti prenotati sull'argomento.
Per luglio si spera in qualche omicidio estivo su cui imbastire qualche rabbrividente talk show.

3. la generazione dei giovani è cresciuta nel totale disinteresse del bene collettivo.
Sperano soltanto che qualcuno offra loro qualche occasione fortunata, che non richieda particolare sforzo ottenere. Del resto, se si può ottenere attraverso privilegi lo stesso che in altri paesi i giovani ottengono con il merito, perché sforzarsi?
I loro obiettivi si incentrano intorno alla soddisfazione di bisogni, reali o percepiti, di tipo individuale (cf. 41 Rapporto Censis).

4. forme di l'illegalità e corruzione dilagano diffusamente, al punto che il giudice Gherardo Colombo ha dovuto rinuciare a combatterla e il Censis ha coniato un nuovo termine per descriverla: degenerazione antropologica.

Beppe Grillo, che segnala da tempo i problemi dell'Italia, del resto dice ai lettori del suo blog, che non vogliono chiudere gli occhi di fronte alla realtà:

"In mancanza di buone notizie, il blog fa da sé. La buona notizia siete voi. Siete meravigliosi."

La vera brutta notizia invece è proprio l'abitudine a reagire a chi segnala i problemi, negandoli, come ha fatto appunto Tremonti per 5 anni di fronte ai problemi economici, tutti i politici e la stampa di fronte alle questioni sollevate dal V-day di Beppe Grillo (eccetto Berlusconi che da gran furbacchione ha tentato di appropriarsi del malumore creando un nuovo partito cosiddetto popolare), e il presidente Napolitano oggi riguardo alle osservazioni sull'Italia nell'articolo del NYT.

Quando poi ci si risveglia dopo 5 anni con un debito pubblico cresciuto di alcuni punti percentuali, con un patrimonio in parte alienato con le cartolarizzazioni per far fronte alle spese correnti, con un'evasione fiscale incentivata da una dissennata politica di condoni fiscali ...
bene, prof. Tremonti, a quel punto lei ci viene a dire che i problemi li aveva previsti ma non ce li aveva voluti dire?
Per quale ragione? Per evitarci una brutta notizia?

Riporto un brano dell'intervista di Fazio a Tremonti:

"In questi anni cosa ho fatto? Ho cercato e penso in parte di esserci riuscito, di tenere in piedi il sistema, non solo l'economia ma anche la vita della gente, passando attraverso una recessione molto forte. Per tanti anni siamo cresciuti zero, anche perché la Germania è cresciuta zero, anche l'Europa andava male. Noi abbiamo il terzo debito del mondo e non abbiamo la terza economia del mondo. Gestire il terzo debito pubblico del mondo in recessione senza gravi crisi sociali o finanziarie, anzi magari ereditandole, credo sia stata ma [sic], c'è una cosa specifica ..." e qui prosegue a vantarsi dell'introduzione del 5 per mille alla ricerca.

Sunday, December 09, 2007

Quelli che il calcio

Credo di aver assistito ad uno dei momenti di più basso livello degli ultimi decenni della RAI TV.

Nella trasmissione Quelli che il calcio della Simona Ventura, durante un'intervista a Bruno Vespa, nell'interruzione di Lucignolo, nella lezione del semidefixxente Samoiedo, appariva un imitatore di Bruno Vespa travestito da Babbo Natale che diceva di aver scritto un libro: "Anche a Winni the Pooh non piace la Finanziaria".
Un quarto livello di annidamento, in cui l'oltraggio all'intelligenza cresceva ad ogni passo.

Purtroppo una trasmissione carina e garbata inventata dal rimpianto Andrea Barbato e rinnovata da Fabio Fazio, è stata per qualche anno tenuta in piedi in modo passabile dalla Ventura finché ha conservato la squadra di Fazio.
Poi, curiosamente in coincidenza con l'avvento del governo di centro sinistra, tutta la satira politica di Crozza e quella pur edulcorata di Gene Gnocchi è stata cancellata e sono rimasti soltanto comici che imitano solo personaggi televisivi o mettono in bocca a politici canzonette del tutto insignificanti.

Ho spento la TV.
Credo che mandare in onda l'intervallo con le pecore come faceva una volta la RAI sarebbe un uso più economico e intelligente dei fondi del canone che i cittadini versano, piuttosto che pagare stipendi a Ventura e compagni.

Oggi si potrebbe aggiornare l'idea mandando in diretta delle WikiTV dai vari posti, con gli stessi protagonisti che raccontano quello che avviene, mandando a casa i presentatori professionisti.

Prima o poi YouTube evolverà in un servizio realtime e sarà la fine di questa TV.

Saturday, December 08, 2007

Degenerazione antropologica

In Corruzione avevo parlato del fenomeno dell'illegalità diffusa, ma a quanto pare questo termine non va usato perché sarebbe offensivo.
Il 41° Rapporto Censis usa il termine "degenerazione antropologica" per descrivere il fenomeno:

"Chiediamo raccomandazioni, evadiamo il fisco perché ci sentiamo legittimati a farlo, perché sentiamo le istituzioni lontane, la scorrettezza viene percepita quasi come una risposta fisiologica, sana: e allora, in ogni settore, dall’economia ai media, dalla medicina all’università, è tutto un tessere di astuzie, piccole illegalità, connivenze. Salvo poi, con l’esercizio antico di una doppia morale, scandalizzarsi per furberie più altisonanti. Perché l’Italia continua ad essere un Paese troppo indulgente con se stesso."

Quel "chiediamo, evadiamo", che presumo includa gli autori del rapporto, non è certo edificante.

Friday, December 07, 2007

Minoranza faziosa

Secondo Giuseppe De Rita (http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/economia/censis-rapporto/derita-intervento/derita-intervento.html)
il pease non è in declino, ma la società non funziona: è una società mucillagine dove tutte le componenti stanno insieme perché accostate, non perché siano integrate.

Quale potrebbe essere

una minoranza faziosa, ma forte dei propri valori, che, secondo De Rita, sarebbe meglio della "mucillagine"?

1) mafia
2) P2
3) gruppo dirigente di Forza Italia
4) la Confindustria
5) la CEI
6) ...

È questo che dobbiamo sperare per questo paese?

Una volta la mia generazione sognava di costruire un progetto condiviso, in cui ci fosse spazio per esprimere le libertà e le ricchezze individuali.
Oggi vediamo invece sopraffazione e corporativismo.
Una minoranza faziosa infatti somiglia molto a una casta.

Wednesday, November 28, 2007

Automobilisti tartassati

Sulla locandina del Tirreno di ieri si leggeva:

Tartassati dalle multe: i pisani riecevono in media tre multe l'anno.

Ecco un tipico esempio del ribaltamento che indicavo nel mio post sulla corruzione.

Invece di segnalare quanto siano indisciplinati gli automobilisti pisani, sono loro a lamentarsi di essere puniti.

C'è qualcuno che tartassa loro poveretti che hanno tutto il diritto di compiere infrazioni.
Come non si può non essere solidali con questi poveretti.
Del resto hanno speso cifre folli per comprare l'ultimo SUV con trazione integrale a 4 ruote per andare fuoristrada: non vorrete almeno permettergli di andare un pochino fuori strada,
salendo su un marciapiede o su una corsia per biciclette.
Queste cavolo di bicicliette che non inquinano e non consumano ettolitri di petrolio, che i poveri automobilisti invece devono pagare a peso d'oro (forse il detto andrebbe aggiornato: a peso di petrolio).

Come si permettono i vigili urbani di fargli le multe: dopotutto loro sono pagati con i contributi
dei cittadini.
In realtà i cittadini pisani evadono anche abbondantemente le tasse, da cui sono tristemente tartassati.

Certo se gli automobilisti lasciassero a casa i SUV e prendessero la bici o le navette che il Comune mette a disposizione gratis, forse verrebbero meno tartassati.
Ma allora perderebbero il gusto di lamentarsi.

Thursday, November 15, 2007

Mussi su Exit a La7

Il Ministro dell'Università Fabio Mussi ha partecipato alla trasmissione televisiva Exit dal titolo "L'Università a pezzi", andata in onda il 12 novembre su La7:

http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?idblog=15&ID=1285

Tra le questioni discusse erano la corruzione nei concorsi, il nepotismo, l'età media di professori.

Il ministro si è vantato di aver fatto in un anno e mezzo di mandato i seguenti provvedimenti:

1. ho bloccato la legge Moratti
2. ho bloccato i concorsi di associati e ordinari
3. ho messo un freno al proliferare di Università e corsi di laurea, e lauree facili

Col freno/blocco difficilmente si avanza, a meno di andare in discesa.
Probabilmente il ministro pensa che l'università stia andando a rotoli, sul che forse molti concordano.

Di positivo ci sono per ora solo 4000 nuovi posti per ricercatore, bloccati questa volta da qualcun altro.

Ma soprattutto ha snocciolato un piano per il futuro:

a. ho chiesto che vengano ridisegnate le classi di laurea
b. ho chiesto al CUN di ridurre a 80 i settori scientifico disciplinari
c. ho chiesto di ridisegnare i parametri per il concorso da ricercatore

Visto che chiedere non costa nulla, il nostro ministro potrebbe sbilanciarsi a farne almeno cento altre richieste, anzi sono sicuro che tutti noi saremmo pronti a dargli una mano in questo.

La prima richiesta che mi viene in mente è molto semplice:
chiederei le dimissioni del ministro Mussi.

Corruzione

Dato che nella trasmissione con Mussi su La7 si parlava di corruzione, vorrei fare alcune amare considerazioni.

Attenzione: quanto segue potrebbe essere considerato offensivo, quindi chi è suscettibile è invitato a non leggerlo.

Nel primo numero del 1955 l'Espresso pubblicò con questo titolo in prima pagina:

Capitale corrotta = Nazione infetta

un'inchiesta sulla speculazione edilizia a Roma.
Quell'inchiesta fece un certo scalpore e alcuni partiti dell'opposizione sollevarono la cosiddetta "questione morale", facendo nascere qualche speranza per una rinascita morale del paese.

Nel 1992 un gruppo di giudici iniziò a scoperchiare una corruzione diffusa e un certo seguito popolare fece di nuovo ben sperare.
Sappiamo come andò a finire in entrambi i casi.
Uno dei casi più gravi di corruzione accertata dai tribunali lambì il capo di un partito che si è distinto in iniziative contro la magistratura e la lotta alla corruzione.

Domenica scorsa l'ex giudice Gherardo Colombo ha spiegato a Lucia Annunziata con estrema lucidità la situazione della giustizia in questo paese.

Il nostro è un paese di illegalità diffusa, ossia l'illegalità è ovunque, va fino all'illecito penale, ma sconfina nell'illecito quotidiano di chi non paga i contributi alla colf, di chi non paga l'IVA all'artigiano, di chi parcheggia sui marciapiedi, di chi getta sigarette per terra e causa incendi, di chi vende mutui a tasso variabile, di chi dà un contratto alla figlia della segretaria incompetente, di chi dà un voto in più al figlio di un amico per agevolarlo nei concorsi.

Per i casi più clamorosi basta guardare Report o Mi manda Rai Tre: atti che non sempre sono penalmente perseguibili, ma che una persona onesta non compierebbe.

Dice Colombo:
"la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su due categorie: furbizia e privilegio".

Fintanto che questa è la cultura diffusa, non c'è alcuna speranza che le cose cambino nella politica o nell'università, che sono entrambe specchio del paese.

E purtroppo non c'è neanche un bandolo da cui cominciare a districare la matassa, perché per comunicare diversi principi morali occorrerebbe qualcuno che avesse questi principi morali.

Una volta erano i genitori che trasmettevano questi principi morali.
Ce lo ha ricordato Enzo Biagi, raccontandoci della madre che lo accompagnò dalla maestra per scusarsi di aver detto una bugia.
Oggi i genitori probabilmente plaudono ai loro figli furbetti.
E conosciamo le dinamiche di branco tra i giovani e l'incapacità della scuola di combatterle:
pochi giorni fa c'è stata una sollevazione tra i genitori perché un'insegnante ha punito un'intera classe a ripulire una parete imbrattata, non essendosi fatti avanti i colpevoli.

Ah, sono ormai passate di moda le virtù civili di Cuore di De Amicis!

Ciò che distingue gli italiani è che ritengono di avere il diritto di compiere illegalità e si arrabbiano loro con chi glielo impedisce.
L'automobilista pisano che correva oltre i limiti protestava che altrimenti gli si freddava la pizza.
In altri paesi, se fai notare a qualcuno un comportamento scorretto, se ne scusa immediatamente.

La corruzione è un virus, si viene infettati beneficiandone.
Basta una volta, da quel momento si comincia a infettare gli altri.

E allora guardiamoci allo specchio e cerchiamoli intorno a noi, e combattiamoli nella nostra vita quotidiana e professionale, in particolare qui, nella nostra università e nel nostro dipartimento, questi fenomeni.

I ricercatori che protestano per l'esclusione di Pisa dall'assegnazione di nuovi posti potrebbero trovare diversi esempi di corruzione e nepotismo, a patto di non essere già stati infettati loro stessi.

A volte questi atti hanno contribuito al superamento della soglia e i nodi sono venuti al pettine.

Solo pochissimi si sono dissociati da quelle operazioni mentre venivano effettuate: pertanto tutti gli altri sono da considerare collusi e non credo possano oggi lamentarsene.

Comunque state tranquilli.
Andrà tutto a posto: i furbi se la cavano sempre.
Il ministero accoglierà le proteste e farà uno strappo alla regola.
Non abbiamo appena detto che l'Italia è il paese dell'illegalità?

Gli extracomunitari lo sanno benissimo, c'è un passa-parola internazionale.
Farabbutti da tutto il mondo: venite, venite.
Abbiamo persino aperto le carceri.

Viva l'illegalità!

Il motto nazionale è ormai:

Abus, Illegalité, Confraternité