Wednesday, October 31, 2012

Programming by Homomorphism

In 1978 we proposed to exploit the idea of homomorphisms as a foundation for simplifying program design.
We framed the idea as a visual tool enabling to Program by Examples:

  • G. Attardi and M. Simi, Extending the Power of Programming by Examples, Proc. of SIGOA Conference on Office Information Systems, SIGOA Newsletter Vol. 3, Nos. 1 and 2, June 1982.

  • Nowadays, the idea has become popularl through the Map/Reduce programmig metaphor.
    Indeed Map/Reduce can be considered as a low level mechanism for running homomorphic transformations. It is a conveniet solution to parallelize processing over large amounts of data.
    Still it lacks some of the relevant features of homomorphims, i.e. an algebraic foundation, which would allow exploiting features of the homomorphic operators like simmetry and unit values, that can be exploited to optimize the performance.

    Simdoop is a preliminary attempt to provide support for homomorphisms on top of an Hadoop layer. 

    Thursday, October 25, 2012

    scosse modali

    Sono andato a leggere il verbale della Commissione Grandi Rischi, che è stato uno degli elementi su cui si è fondata la recente condanna a 6 anni dei loro estensori.

    C'è un problema nell'interpretazione logica della frase del prof. Barberi:
    non c'è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento.
    Si tratta di una frase che in logica modale si esprimerebbe con:

       ¬ ∃ x : xTrue(ScosseBasseterremoto)

    la quale purtroppo può essere facilmente fraintesa come

       False(ScosseBasseterremoto)

    e pertanto si tratta decisamente di una espressione malaccorta. Barberi avrebbe dovuto dire che "attualmente non abbiamo motivi per". Qui si è spacciato per certezza ("non c'è nessun motivo"), qualcosa che certo non è.
    Il dubbio è un elemento fondamentale nella scienza, e un logico come Odifreddi ne avrebbe dovuto tener conto.

    Se poi passiamo ad un'analisi linguistica, si arriva alla stessa conclusione.
    Una frase come
    non si può dire che lo spettacolo sia divertente
    viene comunemente interpretata come un eufemismo o una litote per dire che
    lo spettacolo non è divertente.
    Se si scrive
    non c'è nessun motivo per dire che lo spettacolo sia divertente
    questo diventa un ulteriore rafforzativo.

    PS. Le motivazioni della sentenza pubblicate a gennaio 2013 confermano che i giudici non hanno condannato la scienza, come tanti hanno sostenuto, compreso Odifreddi. Hanno condannato la commissione per avere emesso un comunicato rassicurante dietro forti pressioni di Bertolaso, di cui è stata diffusa un'intercettazione telefonica in cui dava indicazioni su cosa doveva dire la commissione, prima che si riunisse. Penoso il tentativo di giustificazione di Bertolaso davanti al tribunale che gli chiedeva conto di quella telefonata.

    Monday, October 22, 2012

    Per l'ETNO

    Secondo Bernabè, presidente di Telecom Italia, il governo italiano avrebbe espresso una posizione favorevole alla proposta di ETNO.
    A me non risulta che il governo abbia preso posizione ufficiale, in quanto la consultazione pubblica sull'argomento è ancora in corso.

    Tuttavia va ulteriromente precisato che non è e non può essere ITU il luogo dove si decidono i destini di Internet, come ha ribadito pochi giorni fa lo stesso Vint Cerf, in un intervento a IGF Italia a Torino:
    Salve, il mio nome è Vint Cerf, sono Chief Internet Evangelist di Google. Alcuni di voi forse mi conoscono come il "padre" di Internet. Vi ringrazio per avermi dato l'opportunità di partecipare alla sessione di apertura di IGF Italia 2012, alla quale avrei voluto partecipare di persona. Purtroppo i miei impegni non me l'hanno permesso. Vi state preparando per il meeting che si terrà il prossimo Novembre in Baku Azerbaijan. Io sarò là e mi aspetto di incontrare alcuni di voi in quella occasione. Voglio però ricordarvi, come ben sapete, che ci sono altri meeting importanti davanti a noi in questo anno e nei successivi, sui temi della Internet Governance e su come trattiamo l'Internet, che è diventata una entità molto importante per una parte rilevante della popolazione. Oggi circa 3 miliardi di persone hanno accesso alla rete, molti di questi in modalità mobile ma sappiamo anche che oltre 7 miliardi di persone oggi popolano il nostro pianeta. Quindi per quelli tra noi, incluso me stesso, che hanno il desiderio di estendere a tutti l'accesso alla rete resta ancora una parte sostanziale di popolazione da "convertire", per così dire.

    Quello che si discute in questo meeting preparatorio per lo IGF è importante per il futuro di Internet ed è tutto centrato sulla Governance della rete. Alcuni di voi possono ricordare che l'Internet Governance Forum è il risultato di due principali attività svoltesi all'inizio di questo secolo, in particolare il WSIS (World Summit on Information Society) che ha avuto due riunioni plenarie. La prima riunione plenaria ha generato un gruppo di lavoro chiamato Working Group on Internet Governance. La domanda principale era: che cosa è la comunità Internet ? Molto presto la risposta è stata: un buon esempio di questo è l'Internet stessa. Quello che è importante è il risultato di quelle discussioni che è stato il concepimento dell'Internet Governance Forum e il riconoscimento che Internet è un realtà vasta, in espansione, multilaterale e multistakeholder. Centinaia di migliaia di reti interagiscono fra loro su base volontaria e non esiste una gestione centralizzata e non esiste un controllo dall'alto. Le persone si connettono e costruiscono componenti della rete perché sono interessate e disponibili a investire tempo, energie e risorse per costruire connessioni volontarie e possono condurre il loro business secondo diversi modelli: alcuni operatori di Internet sono organizzazioni no-profit, altri sono governi, altri vengono dalle università e dalla ricerca, altri sono organizzazioni commerciali. È veramente una grande varietà di ambienti che stabiliscono una collaborazione su larga scala.

    La cosa vitale nelle discussioni in IGF è come l'Internet debba essere governata e su questo punto abbiamo dei dibattiti molto intensi. Ci sono delle istituzioni, come lo ITU (International Telecommunication Union) che, detto apertamente, vedono diminuire la propria importanza nel mondo delle comunicazioni semplicemente perchè una grande parte di queste è stata assorbita nella infrastruttura Internet. Come sapete ci sarà a Dicembre la conferenza Internazionale sulle Telecomunicazioni durante la quale si discuterà del Regolamento, la cui applicazione, vi ricordo, è volontaria e non obbligatoria. Ci riuniremo per discutere la revisione del Regolamento approvato nel 1988, in un'epoca nella quale poche persone prestavano qualche attenzione a Internet, che stava giusto nascendo. La mia maggiore preoccupazione, e spero anche la vostra, è collegata alla introduzione di accordi governativi multilaterali, che sostengono di essere responsabili sia per gli standard che per la operatività della rete. Mentre la leadership dello ITU ripete continuamente che non c'è alcun interesse per il "controllo" di Internet, il testo  delle proposte che vengono da diversi stati membri dello ITU indica una direzione diversa. È perciò importante che coloro di voi che partecipano a questi meeting preparatori e che parteciperanno al meeting IGF di Baku Azerbaijan siano preparati e decisi a supportare il modello multistakeholder. È anche necessario far notare, come è giusto, che le organizzazioni che sono state maggiormente rilevanti nel supportare e mantenere l'operatività di Internet includono la Internet Society, che fu creata nel 1992, poco dopo la nascita di Internet; ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) che fu creata nel 1998, lo IETF (Internet Engineerig Task Force) che ha sviluppato la maggior parte degli standard di Internet, in collegamento con lo IAB (Internet Architecture Board), entrambi operanti sotto gli auspici di ISOC (la Internet Society). Ci sono poi altre organizzazioni per la gestione delle risorse, come i cinque Registri Internet, che operano in diverse regioni del mondo (Nord America, America latina, Europa, Estremo Oriente e Oceania, Africa). Questi 5 Registri regionali sono responsabile della allocazione degli indirizzi Internet nelle diverse parti del mondo ed attualmente sono impegnati nella distribuzione dei nuovi indirizzi Internet IPv6, che sono vitali per la continua crescita di Internet.

    Io voglio sottolineare ancora di più quanto dobbiamo essere grati alle persone che partecipano a queste organizzazioni così come a coloro che gestiscono i root server e il DNS (Domain Name System) e i moltissimi ISP del mondo che hanno creato e continuano a mantenere operativa questa rete Internet, come noi la conosciamo oggi.

    Io penso che sia inappropriato che una Agenzia come lo ITU, o qualunque altro organismo di standards, voglia stabilire un qualunque tipo di controllo su Internet o addirittura che affermi di avere improvvisamente scoperto che hanno la responsabilità, ad esempio, per la sicurezza di Internet. La vera risposta per la sicurezza è che tutti noi siamo responsabili di esercitare la massima cura (nell'uso di Internet), di utilizzare applicazioni il più  possibile protette, di utilizzare smart password per controllare l'accesso a tutte quelle risorse di cui possiamo disporre.

    Si stanno facendo dei cambiamenti alle principali strutture di Internet, come ad esempio estensioni ai meccanismi di sicurezza del DNS, oppure estensioni al sistema di routing, che può essere reso più sicuro con l'introduzione di RPKI (Resource Public Key Infrastructure), che è un sistema per apporre la firma digitale ai record che stabiliscono l'allocazione degli indirizzi IP ai vari AS (Autonomous Systems) e ai vari operatori. Tutte queste cose contribuiranno a fare di Internet uno spazio sicuro in cui operare.

    Noi abbiamo chiaramente bisogno di avere norme per l'uso di Internet, in maniera da riconoscere tutto quello che è abuso, che dovrebbe essere eliminato e dal quale dobbiamo difenderci. Non penso quindi che la soluzione possa trovarsi in organizzazioni internazionali o trattati intergovernativi. Questa è certamente  una collaborazione multistakeholder e la governance di questo sistema deve incorporare gli input di tutti i vari attori.
    Vi lascio con queste mie considerazioni e vi ringrazio perchè vi state impegnando per preparavi al convegno IGF di Novembre, dove conto di incontrare alcuni di voi, e mi impegno a difendere le istituzioni di Internet contro quelli che intendono invadere, sovvertire o interferire in un sistema che si sta evolvendo grazie allo sforzo continuo da parte di molte migliaia di persone, fra cui voi. Nel frattempo poiché non posso vedervi di persona mi aspetto di restare in contatto con voi sulla rete.

    Saturday, October 20, 2012

    L'albero di Leonardo

    Leonardo, il ragazzino di Cittadella che è stato prelevato a forza dalla polizia su ordinanza del tribunale e rinchiuso in una casa famiglia, ha scritto un tema, che racconta la storia di due alberi che si incontrano e non si comprendono.
    Leonardo sembra dire: visto che voi adulti non sembrate in grado di capire ciò che dico, provo a spiegarvelo con una parabola.
    Capiranno la parabola i genitori, i giudici e i periti psichiatri?

    Leggendo il testo dell'ordinanza, sembra che i giudici non sappiano scrivere in un italiano comprensibile, e quindi Leonardo ha ragione a tentare di esprimersi in forma più semplice.

    È Leonardo che sta dando lezioni a tutti.
    Gli adulti dovrebbero vergognarsi, a partire da quei poliziotti che hanno aiutato il padre a trascinare via il bambino, anziché arrestare proprio il padre per abuso su minore.

    Aggiornamento
    La Cassazione ha annullato la decisione del tribunale di Venezia.
    Il ricciocorno schiattoso commenta in dettaglio tutta la vicenda, compreso l'aspetto linguistico di usare termii come "resettare".


    Tiny Lisp Machine

    Con Il mio ECL (Embedded Common Lisp) il Raspberry PI diventa una minuscola Lisp Machine.

    Wednesday, October 17, 2012

    verified by Visa

    Ho provato ad attivare il servizio tramite la mia banca online, ma dopo avere inserito il numero della carta, mi risponde:

    The system is not available


     

    Learning to learn

    Un'interessante diatriba tra Peter Norvig e Noam Chomsky su quale sia il modo migliore di affrontare i problemi del linguaggio e dell'intelligenza umana, che sconfina in una discussione su cosa sia scienza e conoscenza.

    In realtà ci sono risultati anche su sistemi che apprendono ad apprendere con tecniche statistiche, e questo potrebbe chiudere il cerchio: Learning to learn.

    Tuesday, October 16, 2012

    Addio a Dan Weinreb

    Ho scoperto oggi che è morto Dan Weinreb. Era uno degli hacker del gruppo del 9th floor a 545 Technology Square, nel AI Lab del MIT, che qui si vede qualche anno dopo che quasi tutti ce ne eravamo andati:
    Tra tutti Dan era quello più normale con l'aria del bravo ragazzo, cortese e ben vestito.
    Da alcuni anni ci eravamo ritrovati su Facebook.
    Nel suo Common Lisp Implementations Survey cita il mio ECL.

    Nel suo blog controbatte parte del resoconto di Stallman sulla vicenda Symbolics-LMI.
    David Chapman, un'altro di quella generazione, riporta questo commento, che sottoscrivo pienamente, in particolare riguardo a PHP:
    For some reason nowadays CS departments don’t seem to develop influential programs. I haven’t been near a university in most of 20 years, so I don’t know why. Maybe they are producing great stuff that no one uses for some reason, or maybe they don’t attract smart people any longer.
    Most influential programs now seem to be produced by amateurs. That’s weird. It’s great, in a way, that you don’t need any credentials to create wonderful things millions of people will use. On the other hand, the CS curriculum really is critical. Learning it would save you from inventing PHP, which would be a huge benefit to mankind.

    Sunday, October 14, 2012

    ETNO sender termination

    Dave Burnstein ha chiesto a Vint Cerf di pronunciarsi sulla proposta di ETNO di far pagare chi invia dati su Internet, anziché far pagare come adesso a entrambi, mittente e ricevente, la banda che ciascuno usa.
    Ecco la sua risposta:
    Sustainability is essential for the Internet's continued utility. That means that all its costs need to be paid for. This does not necessarily dictate any particular business model and one can find many in the loosely-coupled Internet ecology. ETNO has proposed that application service providers pay ISPs everywhere in the world for ‘better service delivery’ for users of Internet access provision. 
    It is generally the case, in the Internet, that all users (including application service providers) arrange for access to the Internet. Essentially the users (and I apply this term to application providers also) get access to the Internet under local terms and conditions and then proceed to use the Internet for whatever purpose suits their interests. ETNO seems to want to return to the ‘sender pays/termination charge’ model of the past. Recently, it has introduced a variant in which the "sender" pays for ‘enhanced quality of service.’ 
    This notion fails on two counts. First, it suggests that the income from users paying for local access is insufficient to compensate for the cost of providing access. The obvious solution is NOT to charge every source of traffic on the global Internet. Rather, local costs should be reflected in access prices (possibly modified by local subsidy decisions). Second, it implies that the "ordinary" service isn't good enough quality and that the traffic sources should pay (every access provider) for "enhanced quality of service." 
    The shadow of "monetizing scarcity" looms in such proposals. Taken to an extreme, costs for every user and application provider would rise in such a model. In the Internet, demand is driven by the users on the receiving side. Since the Internet operates in a symmetric way, both sides have an obligation to defray local access costs and the intervening networks need to work out bilateral interconnection agreements. Old business models and the companies that revolve around them are often challenged by new technology. Darwin was right, there are only two choices: adapt or die.” 
    Personally, I don’t think Deutsche Telekom or France Telecom is going to die. But the solution isn’t to tax the net. First step is to follow Telefonica and sale (sic) off some corporate jets.

    Friday, October 12, 2012

    Chiti caga

    Dopo anni di oscurità, ecco che si rivede alla ribalta Vannino Chiti, già strenuo fautore di una discussa legge sull'editoria che conteneva norme bavaglio per Internet.
    Questa volta si mette in coppia con Maurizio Gasparri, per confezionare un disegno di legge, che viene sbandierato con l'intento di salvaguardare la libertà di informazione, ma che nasce per difendere la libertà di diffamare per i tipi come Sallusti.
    E giacché la tentazione di infilare norme contro la libertà di espressione in rete è sempre forte tra i nostri politici, non si sottraggono dalla tentazione di inserire nella legge una disposizione volta ad estendere l’obbligo di rettifica a tutti i “gestori di siti informatici di natura editoriale”, col rischio di pesanti sanzioni.