Wednesday, November 28, 2007

Automobilisti tartassati

Sulla locandina del Tirreno di ieri si leggeva:

Tartassati dalle multe: i pisani riecevono in media tre multe l'anno.

Ecco un tipico esempio del ribaltamento che indicavo nel mio post sulla corruzione.

Invece di segnalare quanto siano indisciplinati gli automobilisti pisani, sono loro a lamentarsi di essere puniti.

C'è qualcuno che tartassa loro poveretti che hanno tutto il diritto di compiere infrazioni.
Come non si può non essere solidali con questi poveretti.
Del resto hanno speso cifre folli per comprare l'ultimo SUV con trazione integrale a 4 ruote per andare fuoristrada: non vorrete almeno permettergli di andare un pochino fuori strada,
salendo su un marciapiede o su una corsia per biciclette.
Queste cavolo di bicicliette che non inquinano e non consumano ettolitri di petrolio, che i poveri automobilisti invece devono pagare a peso d'oro (forse il detto andrebbe aggiornato: a peso di petrolio).

Come si permettono i vigili urbani di fargli le multe: dopotutto loro sono pagati con i contributi
dei cittadini.
In realtà i cittadini pisani evadono anche abbondantemente le tasse, da cui sono tristemente tartassati.

Certo se gli automobilisti lasciassero a casa i SUV e prendessero la bici o le navette che il Comune mette a disposizione gratis, forse verrebbero meno tartassati.
Ma allora perderebbero il gusto di lamentarsi.

Thursday, November 15, 2007

Mussi su Exit a La7

Il Ministro dell'Università Fabio Mussi ha partecipato alla trasmissione televisiva Exit dal titolo "L'Università a pezzi", andata in onda il 12 novembre su La7:

http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?idblog=15&ID=1285

Tra le questioni discusse erano la corruzione nei concorsi, il nepotismo, l'età media di professori.

Il ministro si è vantato di aver fatto in un anno e mezzo di mandato i seguenti provvedimenti:

1. ho bloccato la legge Moratti
2. ho bloccato i concorsi di associati e ordinari
3. ho messo un freno al proliferare di Università e corsi di laurea, e lauree facili

Col freno/blocco difficilmente si avanza, a meno di andare in discesa.
Probabilmente il ministro pensa che l'università stia andando a rotoli, sul che forse molti concordano.

Di positivo ci sono per ora solo 4000 nuovi posti per ricercatore, bloccati questa volta da qualcun altro.

Ma soprattutto ha snocciolato un piano per il futuro:

a. ho chiesto che vengano ridisegnate le classi di laurea
b. ho chiesto al CUN di ridurre a 80 i settori scientifico disciplinari
c. ho chiesto di ridisegnare i parametri per il concorso da ricercatore

Visto che chiedere non costa nulla, il nostro ministro potrebbe sbilanciarsi a farne almeno cento altre richieste, anzi sono sicuro che tutti noi saremmo pronti a dargli una mano in questo.

La prima richiesta che mi viene in mente è molto semplice:
chiederei le dimissioni del ministro Mussi.

Corruzione

Dato che nella trasmissione con Mussi su La7 si parlava di corruzione, vorrei fare alcune amare considerazioni.

Attenzione: quanto segue potrebbe essere considerato offensivo, quindi chi è suscettibile è invitato a non leggerlo.

Nel primo numero del 1955 l'Espresso pubblicò con questo titolo in prima pagina:

Capitale corrotta = Nazione infetta

un'inchiesta sulla speculazione edilizia a Roma.
Quell'inchiesta fece un certo scalpore e alcuni partiti dell'opposizione sollevarono la cosiddetta "questione morale", facendo nascere qualche speranza per una rinascita morale del paese.

Nel 1992 un gruppo di giudici iniziò a scoperchiare una corruzione diffusa e un certo seguito popolare fece di nuovo ben sperare.
Sappiamo come andò a finire in entrambi i casi.
Uno dei casi più gravi di corruzione accertata dai tribunali lambì il capo di un partito che si è distinto in iniziative contro la magistratura e la lotta alla corruzione.

Domenica scorsa l'ex giudice Gherardo Colombo ha spiegato a Lucia Annunziata con estrema lucidità la situazione della giustizia in questo paese.

Il nostro è un paese di illegalità diffusa, ossia l'illegalità è ovunque, va fino all'illecito penale, ma sconfina nell'illecito quotidiano di chi non paga i contributi alla colf, di chi non paga l'IVA all'artigiano, di chi parcheggia sui marciapiedi, di chi getta sigarette per terra e causa incendi, di chi vende mutui a tasso variabile, di chi dà un contratto alla figlia della segretaria incompetente, di chi dà un voto in più al figlio di un amico per agevolarlo nei concorsi.

Per i casi più clamorosi basta guardare Report o Mi manda Rai Tre: atti che non sempre sono penalmente perseguibili, ma che una persona onesta non compierebbe.

Dice Colombo:
"la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su due categorie: furbizia e privilegio".

Fintanto che questa è la cultura diffusa, non c'è alcuna speranza che le cose cambino nella politica o nell'università, che sono entrambe specchio del paese.

E purtroppo non c'è neanche un bandolo da cui cominciare a districare la matassa, perché per comunicare diversi principi morali occorrerebbe qualcuno che avesse questi principi morali.

Una volta erano i genitori che trasmettevano questi principi morali.
Ce lo ha ricordato Enzo Biagi, raccontandoci della madre che lo accompagnò dalla maestra per scusarsi di aver detto una bugia.
Oggi i genitori probabilmente plaudono ai loro figli furbetti.
E conosciamo le dinamiche di branco tra i giovani e l'incapacità della scuola di combatterle:
pochi giorni fa c'è stata una sollevazione tra i genitori perché un'insegnante ha punito un'intera classe a ripulire una parete imbrattata, non essendosi fatti avanti i colpevoli.

Ah, sono ormai passate di moda le virtù civili di Cuore di De Amicis!

Ciò che distingue gli italiani è che ritengono di avere il diritto di compiere illegalità e si arrabbiano loro con chi glielo impedisce.
L'automobilista pisano che correva oltre i limiti protestava che altrimenti gli si freddava la pizza.
In altri paesi, se fai notare a qualcuno un comportamento scorretto, se ne scusa immediatamente.

La corruzione è un virus, si viene infettati beneficiandone.
Basta una volta, da quel momento si comincia a infettare gli altri.

E allora guardiamoci allo specchio e cerchiamoli intorno a noi, e combattiamoli nella nostra vita quotidiana e professionale, in particolare qui, nella nostra università e nel nostro dipartimento, questi fenomeni.

I ricercatori che protestano per l'esclusione di Pisa dall'assegnazione di nuovi posti potrebbero trovare diversi esempi di corruzione e nepotismo, a patto di non essere già stati infettati loro stessi.

A volte questi atti hanno contribuito al superamento della soglia e i nodi sono venuti al pettine.

Solo pochissimi si sono dissociati da quelle operazioni mentre venivano effettuate: pertanto tutti gli altri sono da considerare collusi e non credo possano oggi lamentarsene.

Comunque state tranquilli.
Andrà tutto a posto: i furbi se la cavano sempre.
Il ministero accoglierà le proteste e farà uno strappo alla regola.
Non abbiamo appena detto che l'Italia è il paese dell'illegalità?

Gli extracomunitari lo sanno benissimo, c'è un passa-parola internazionale.
Farabbutti da tutto il mondo: venite, venite.
Abbiamo persino aperto le carceri.

Viva l'illegalità!

Il motto nazionale è ormai:

Abus, Illegalité, Confraternité