Tuesday, March 18, 2008

Pleurite

Domenica sono tornato a casa dopo una intera settimana in ospedale.
Devo stare a casa per altri dieci giorni, per guarire completamente dalla pleurite.
Ma si è trattato di una brutta esperienza.

Ho accusato un dolore alla spalla quando ero nel mio ufficio giovedì 6, pomeriggio.
Pensavo che fosse solo un dolore muscolare causato da un colpo di freddo dovuto allo spiffero di aria fredda che manda dal soffitto l'impianto di (cosiddetto) riscaldamento.
Mi ero già lamentato per il riscaldamento, ma a quanto pare il servizio di manutenzione non riesce a trovare un modo per risolvere il problema.

Più tardi è iniziato un dolore a sinistra nel petto che rendeva doloroso respirare.
Ho preso un antidolorifico per poter dormire e il giorno dopo ho consultato il mio medico.
Lui mi ha fatto fare una radiografia urgente sospettando una pleurite.
Il medico che faceva la lastra dapprima scherzava, dicendo che non potevo avere una pleurite, perché non avevo né febbre, né tosse.
Però prima di andarmene, mi ha richiamato e ha voluto ripetere l'esame da cui ha rilevato un inizio di pleurite nel polmone in basso a sinistra.
Il mio medico ha prescritto antibiotici e mi ha mandato al Pronto Soccorso per ulteriori indagini.

Il medico del PS ha guardato l'Rx in trasparenza, senza usare il pannello
illuminato perché non funzionava, e ha detto che non vi era nessuna pleurite,
soprattutto perché non avevo febbre, né tosse. Ha anche chiesto il parere di
altre due radiologi, che apparentemente hanno confermato.
Stava per rimandarmi a casa, quando ha notato che il battito del mio cuore, misurato con uno strumento elettronico collegato al dito, era sceso per un attimo a 40 bpm.
Le dissi di non fidarsi dello strumento, in quanto aveva dato una falsa lettura in una precedente occasione: la lettura del polso a mano non avrebbe segnalato alcun problema.
Lei non mi diede retta e decise che di ricoverarmi in cardiologia in terapia intensiva.

Sabato 8 sono entrato in terapia intensiva, con elettrodi collegati ad un monitor 24 ore al giorno per un immaginario blocco cardiaco.
Ho smesso sia gli antibiotici che l'antidolorifico.
Il dolore era quasi sparito, ma lunedì è ripreso così forte che facevo fatica a respirare.
Ho chiesto aiuto, ma il medico di guardia non credeva che avessi tanto dolore, e continuava a sostenere che fosse un dolore intercostale.

Stavo diventando scettico sulla loro capacità di diagnosi, così ho chiesto di controllare ancora una volta il mio Rx.
Il medico la guardò di nuovo in trasparenza e insisteva che non vi era nessuna pleurite.
Gli ho indicato il punto in cui il mio medico di famiglia aveva visto il versamento pleurico.
Lui disse che era la punta del fegato.
Sono rimasto allibito e gli ho chiesto: lei pensa che io abbia il fegato sulla sinistra?
Allora si arrabbiò dicendo che io non ho competenze mediche per discutere, che il fegato sta a destra, ma arriva fino a sinistra.
Allora ho insistito per riprendermi la lastra e farla vedere al mio medico affinché rivedesse la sua diagnosi.
A quel punto ci ha ripensato e ha deciso di prescrivermi antibiotici e un nuovo Rx.

Martedì da un nuovo Rx risultava che la pleurite era notevolmente progredita e mi venne prescritta una nuova cura a base di antibiotici e di antidolorifico.
A quel punto era chiaro che non vi era motivo per rimanere in terapia intensiva a cardiologia, tuttavia non potevano dimettermi né di inviarmi altrove, perché non ci c'erano letti disponibili in altri reparti.

Ironia della sorte, mi tenevano collegato al monitor, perché altrimenti il primario si sarebbe lamentato della mia presenza abusiva.
Infine, il sabato si è liberato un letto nel Dipartimento di Medicina Generale e mi hanno trasferito lì.

La dr.ssa Coli ha guardato gli esami e in pochi secondi ha fatto la diagnosi corretta: ho avuto una polmonite virale, che spiega la mancanza di febbre, che ha causato la pleurite.
La dose di eutirox che mi era stata prescritta per la tiroide era troppo alta e stava causando extra battiti nel cuore, e ciò confondeva il misuratore di battito elettronico.
Mi ha anche fatto notare che il dolore era esattamente nel punto in cui la Rx segnalava il versamento.
In altre parole, i sintomi erano abbastanza chiari perché si potessero interpetare fin dal primo giorno.
Ha detto che mi avrebbe potuto dimettere immediatamente mandandomi a casa per continuare la cura, ma le regole la costringevano a trattenermi per almeno un giorno.
Il sabato dal Rx è emerso che il versamento pleurico si è notevolmente ridotto e sono stato dimesso.

È sorprendente quanti medici incompetenti ci siano e quanto la medicina sia disarmata per molte malattie.

Sostanzialmente il mio corpo dovrà guarire da solo, perché non vi è alcuna medicina per i virus, nessuna cura per gli extra battiti, nessuna cura per l'insufficienza renale mentre la tiroide è già guarita da sola.

Penso che non andrò mai più al Pronto Soccorso se non se sto proprio morendo.

Monday, March 17, 2008

Crowdsourcing Research

Un modo alternativo di fare ricerca: invece di assemblare poche persone in un centro di ricerca, si postano i problemi ad una miriade di persone.
È più probabile che si trovi così la persona giusta per risolvere il problema.
Le persone sono premiate solo se trovano la soluzione, invece di dare soldi alle persone che fanno proposte di progetti di ricerca ma che spesso non sono in grado di risolverli.

Si chiama crowdsourcing.
http://www.innocentive.com/

Qui ne ha parlato l'Harvard Business Review.