Gli Stati Uniti dicono no a misure che impongono la restrizione ai contenuti e all’accesso ad Internet e alla creazione per via regolamentare di forme di responsabilità dei provider.
Secondo Fulvio Sarzana di S. Ippolito:
È la migliore risposta (anche se indiretta e non riferita in prima persona all’Italia) degli Stati Uniti a chi aveva diffuso in Italia informazioni sulla posizione “ufficiale” degli Stati Uniti stessi sulle misure di inibizione attraverso i provider dei cittadini Italiani attualmente allo studio da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Sono passate meno di due settimane da quando veniva data notizia anche in Italia del Rapporto sul Copyright e i digital media stilato dall’Office of the United States Trade Representative (USTR) che aveva fatto parlare di un appoggio degli Stati Uniti alle misure di restrizione all’accesso dei contenuti allo Studio in Italia dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
In quel documento c’era chi aveva sostenuto (a proprio uso e consumo) che per la prima volta l’Italia fosse stata inserita tra gli “Stati canaglia” dei violatori di copyright (e non era vero visto che lo stesso “stanco documento” viene stilato oramai di routine ogni anno da dieci anni a questa parte) paventando una “posizione ufficiale” di compiacimento dell’Amministrazione USA sulle misure inibitorie dell’accesso ai contenuti sulla rete attualmente allo studio dell’AGCOM.
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