Wednesday, March 03, 2010

Ricercatori presi in giro

Da qualche giorno circola in TV uno spot di una banca che non nomino perché non se lo merita, in cui si vede un ricercatore italiano che lavora a Venice (vicino Los Angeles, ma figurati!) ma ha nostalgia dell'Italia e decide di rientrare.
Lo comunica al suo direttore il quale commenta: "Ci vuole coraggio".
Dopo di ché lo si vede al lavoro in un superattrezzato centro di ricerca in Italia e commenta: "Qui è meglio che in America".
Lo spot si conclude con la domanda: "Riuscirà a portare avanti il suo sogno?".

Vedendolo ho urlato immediatamente: "Noooo!!!!".



Sono allibito. Sono un ricercatore il cui progetto è stato selezionato tra i PRIN 2008, con giudizi entusiastici dei revisori stranieri.
Purtroppo il MIUR ha finanziato il 10% dell'importo necessario, per un totale di 7000 Euro in due anni per il lavoro di quattro persone.

In media i progetti dell'area Informatica, 9 in tutto, hanno avuto quest'anno finanziamenti inferiori al 20% del costo dei progetti.

Questo spot è un'indecenza e offende tutti i ricercatori italiani che si sacrificano quotidianamente per poter sopravvivere.

Il migliore video di ri-spot-ta allo spot è il seguente:

8 comments:

Unknown said...

Grazie.
Ho visto lo spot ieri sera ed ho pensato esattamente quello che tu hai espresso.
Poi oggi ho visto il tuo post sul blog di Zambardino.
E' importante che si parli di più della penosa situazione della ricerca in Italia, perché ai "non ricercatori" non passi questa immagine da spot...

Francesca Carfora - ricercatore CNR

Anonymous said...

Ciao,

Sono un ricercatore, lavoro in Germania, ho visto lo spot su youtube e mi ha veramente irritato. Ho aperto un gruppo facebook contro questo spot (Contro lo spot sul Ricercatore di Intesa San Paolo), ecco il link:


http://www.facebook.com/search/?q=linarejos+diaz&init=quick#!/group.php?gid=364767788979&ref=ts

Grazie,

Gabriele Malengo

Samaya Silberman said...

Sottoscrivo in pieno la vostra irritazione. Sono un dottore di ricerca che ha deciso di rimanere in Italia ma ho abbandonato l'università. Amavo molto quello che sarebbe potuto essere il mio lavoro, se avessi avuto la possibilità e la forza di continuare le mie ricerche senza ricevere un soldo a tempo indeterminato. So benissimo quanto un ricercatore o un aspirante tale tenga a ciò che fa, ma non è possibile continuare a chiedere a queste persone di lavorare sostenute sollo dalla propria convinzione. Da parte di chi non sa o non vuole sapere sarebbe se non altro onesto tacere.

Anonymous said...

in realta' lo spot rappresenta bene quel che succede in italia. vuoi realizzare qualcosa? da solo e' impossibile. devi per forza aprire un mutuo o chiedere un prestito...

Anonymous said...

sono un ricercatore che ha da poco lasciato l'Italia, immaginate perché, probabilmente per sempre...e vedere questo spot mi ha fatto sognare di poter fare anch'io come il protagonista. E se uno spot fa sognare, vuol dire che funziona. Per quanto riguarda la dura realtà: uno spot non la peggiora, ma magari convince qualcuno che investire nella ricerca è una buona idea...
Complimenti al pubblicitario e buona fortuna a chi resta o a chi cerca di tornare!

Anonymous said...

Vi invito a porvi questa domanda: chi credera' mai a questo spot? Nessun ricercatore di oggi, sicuro. Infatti, questo spot non e' per loro. E' per tutti quei ragazzi che stanno crescendo con una coscienza televisiva, i ricercatori di domani. Insisto, portate i vostri cervelli fuori dall'Italia.

Se, un giorno, ne avrete nostalgia, andateci in vacanza, e' un paesaggio magnifico. Ma, vi basteranno solo pochi giorni per capire perche' l'avete lasciata.

Anonymous said...

esiste anche il seguito dello spot: qui

Daniele Vinci said...

per conoscenza ho diffuso il post anche qui: http://friendfeed.com/danielevinci/a396f89f/ricercatori-presi-in-giro