Scamarcio è l'interprete di una scalcagnata miniserie TV intitolata "Il segreto dell'acqua".
L'ho seguita per vedere se Scamarcio nelle sei puntate avrebbe mai cambiato espressione del viso.
Invece per tutto il tempo mantiene la stessa espressione vuota e assente, qualunque cosa succede: se stia scopando la collega poliziotta fidanzata del fratello, oppure se sia preso a pistolettate o se reciti l'omelia funebre per un collega assassinato.
Sembra che Scamarcio faccia quel gioco che si fa tra ragazzi di guardarsi in faccia fino a che uno perde mettendosi a ridere. Scamarcio purtroppo vince: ho aspettato inutilmente che Scamarcio prorompesse in una risata liberatoria. In questo dimostra abilità simili a quelle di "expressionless mug" Tobey Maguire in Spiderman, anche se a Maguire capitano cose ben più incredibili.
La storia è completamente scalcagnata: dovrebbe parlare di mafia e di clandestini a Palermo e di approvvigionamento idrico.
In realtà la mafia sembra occuparsi di speculazione edilizia, acquistando case, ristrutturandole e vendendole.
Si occupa anche di costruire un acquedotto per cui impiega manodopera clandestina, ma a parte questo non si capisce cosa ci sia di illegale, visto che opera sulla base di un contratto di cui deve rispettare i tempi di consegna e il lavoro sembra fatto ad opera d'arte.
Ci sono un certo numero di morti, la cui logica sfugge e spesso non è legata a questioni di mafia.
Un imprenditore affoga un extra-comunitario perché fidanzato con la figlia e poi muore a sua volta di infarto.
Uno si suicida per aver rinchiuso la madre in un ospizio, un altro cade dalle scale fuggendo dai poliziotti non si sa perché.
L'unico che muore per motivi di mafia è un poliziotto traditore, che si redime salvando Scamarcio dai proiettili.
Il mandante dell'omicidio è il padre di Scamarcio, un mafioso interpretato da un attore che biascica le parole, forse cercando di imitare Marlon Brando del Padrino, ma non si capisce nulla di ciò che dice.
Comunque tutto finisce a tarallucci e vino, perché il fratello di Scamarcio, colpito dal suo sguardo durante la deposizione in tribunale, si pente e accusa il padre.
Insegnate ai procuratori antimafia come fare quello sguardo micidiale e avremo sconfitto la mafia.
Nel frattempo ridateci Camilleri e Montalbano.
L'ho seguita per vedere se Scamarcio nelle sei puntate avrebbe mai cambiato espressione del viso.
Invece per tutto il tempo mantiene la stessa espressione vuota e assente, qualunque cosa succede: se stia scopando la collega poliziotta fidanzata del fratello, oppure se sia preso a pistolettate o se reciti l'omelia funebre per un collega assassinato.
Sembra che Scamarcio faccia quel gioco che si fa tra ragazzi di guardarsi in faccia fino a che uno perde mettendosi a ridere. Scamarcio purtroppo vince: ho aspettato inutilmente che Scamarcio prorompesse in una risata liberatoria. In questo dimostra abilità simili a quelle di "expressionless mug" Tobey Maguire in Spiderman, anche se a Maguire capitano cose ben più incredibili.
La storia è completamente scalcagnata: dovrebbe parlare di mafia e di clandestini a Palermo e di approvvigionamento idrico.
In realtà la mafia sembra occuparsi di speculazione edilizia, acquistando case, ristrutturandole e vendendole.
Si occupa anche di costruire un acquedotto per cui impiega manodopera clandestina, ma a parte questo non si capisce cosa ci sia di illegale, visto che opera sulla base di un contratto di cui deve rispettare i tempi di consegna e il lavoro sembra fatto ad opera d'arte.
Ci sono un certo numero di morti, la cui logica sfugge e spesso non è legata a questioni di mafia.
Un imprenditore affoga un extra-comunitario perché fidanzato con la figlia e poi muore a sua volta di infarto.
Uno si suicida per aver rinchiuso la madre in un ospizio, un altro cade dalle scale fuggendo dai poliziotti non si sa perché.
L'unico che muore per motivi di mafia è un poliziotto traditore, che si redime salvando Scamarcio dai proiettili.
Il mandante dell'omicidio è il padre di Scamarcio, un mafioso interpretato da un attore che biascica le parole, forse cercando di imitare Marlon Brando del Padrino, ma non si capisce nulla di ciò che dice.
Comunque tutto finisce a tarallucci e vino, perché il fratello di Scamarcio, colpito dal suo sguardo durante la deposizione in tribunale, si pente e accusa il padre.
Insegnate ai procuratori antimafia come fare quello sguardo micidiale e avremo sconfitto la mafia.
Nel frattempo ridateci Camilleri e Montalbano.
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