Saturday, February 16, 2013

Cenerentola Boralevi

Ho appena ascoltato la scrittrice Antonella Boralevi illustrare il suo ultimo romanzo intitolato Baci di una notte, che racconta la storia di una figlia di un cassintegrato siciliano che va a lavorare in un fast food a Cortina, dove incontra in un rifugio il figlio ricco, bello e annoiato di una famiglia benestante. Complice la montagna, Cortina, "sotto la neve", la Boralevi fa intuire la nascita di una storia d'amore.

Non voglio nemmeno sentire il resto: talmente trita è l'idea della Cenerentola che incontra il principe azzurro, talmente di cattivo gusto è associare Cenerentola alla figlia di un cassintegrato e il principe a un finanziere di Londra e talmente indecente che la Boralevi sia andata a presentare il suo libro alla Confindustria di Firenze.

La favola di Cenerentola poteva essere utile per dare speranza ai proletari dell'Ottocento, quando non c'era libertà né democrazia, né giustizia sociale, e quindi l'unica possibilità di crescita sociale era quella di sposare un membro di una classe sociale privilegiata.

Il messaggio è devastante e fa il paio all'invito fatto tempo fa da Berlusconi a una giovane disoccupata, di sposare un milionario.

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