Dato che nella trasmissione con Mussi su La7 si parlava di corruzione, vorrei fare alcune amare considerazioni.
Attenzione: quanto segue potrebbe essere considerato offensivo, quindi chi è suscettibile è invitato a non leggerlo.
Nel primo numero del 1955 l'Espresso pubblicò con questo titolo in prima pagina:
Capitale corrotta = Nazione infetta
un'inchiesta sulla speculazione edilizia a Roma.
Quell'inchiesta fece un certo scalpore e alcuni partiti dell'opposizione sollevarono la cosiddetta "questione morale", facendo nascere qualche speranza per una rinascita morale del paese.
Nel 1992 un gruppo di giudici iniziò a scoperchiare una corruzione diffusa e un certo seguito popolare fece di nuovo ben sperare.
Sappiamo come andò a finire in entrambi i casi.
Uno dei casi più gravi di corruzione accertata dai tribunali lambì il capo di un partito che si è distinto in iniziative contro la magistratura e la lotta alla corruzione.
Domenica scorsa l'ex giudice Gherardo Colombo ha spiegato a Lucia Annunziata con estrema lucidità la situazione della giustizia in questo paese.
Il nostro è un paese di illegalità diffusa, ossia l'illegalità è ovunque, va fino all'illecito penale, ma sconfina nell'illecito quotidiano di chi non paga i contributi alla colf, di chi non paga l'IVA all'artigiano, di chi parcheggia sui marciapiedi, di chi getta sigarette per terra e causa incendi, di chi vende mutui a tasso variabile, di chi dà un contratto alla figlia della segretaria incompetente, di chi dà un voto in più al figlio di un amico per agevolarlo nei concorsi.
Per i casi più clamorosi basta guardare Report o Mi manda Rai Tre: atti che non sempre sono penalmente perseguibili, ma che una persona onesta non compierebbe.
Dice Colombo:
"la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su due categorie: furbizia e privilegio".
Fintanto che questa è la cultura diffusa, non c'è alcuna speranza che le cose cambino nella politica o nell'università, che sono entrambe specchio del paese.
E purtroppo non c'è neanche un bandolo da cui cominciare a districare la matassa, perché per comunicare diversi principi morali occorrerebbe qualcuno che avesse questi principi morali.
Una volta erano i genitori che trasmettevano questi principi morali.
Ce lo ha ricordato Enzo Biagi, raccontandoci della madre che lo accompagnò dalla maestra per scusarsi di aver detto una bugia.
Oggi i genitori probabilmente plaudono ai loro figli furbetti.
E conosciamo le dinamiche di branco tra i giovani e l'incapacità della scuola di combatterle:
pochi giorni fa c'è stata una sollevazione tra i genitori perché un'insegnante ha punito un'intera classe a ripulire una parete imbrattata, non essendosi fatti avanti i colpevoli.
Ah, sono ormai passate di moda le virtù civili di Cuore di De Amicis!
Ciò che distingue gli italiani è che ritengono di avere il diritto di compiere illegalità e si arrabbiano loro con chi glielo impedisce.
L'automobilista pisano che correva oltre i limiti protestava che altrimenti gli si freddava la pizza.
In altri paesi, se fai notare a qualcuno un comportamento scorretto, se ne scusa immediatamente.
La corruzione è un virus, si viene infettati beneficiandone.
Basta una volta, da quel momento si comincia a infettare gli altri.
E allora guardiamoci allo specchio e cerchiamoli intorno a noi, e combattiamoli nella nostra vita quotidiana e professionale, in particolare qui, nella nostra università e nel nostro dipartimento, questi fenomeni.
I ricercatori che protestano per l'esclusione di Pisa dall'assegnazione di nuovi posti potrebbero trovare diversi esempi di corruzione e nepotismo, a patto di non essere già stati infettati loro stessi.
A volte questi atti hanno contribuito al superamento della soglia e i nodi sono venuti al pettine.
Solo pochissimi si sono dissociati da quelle operazioni mentre venivano effettuate: pertanto tutti gli altri sono da considerare collusi e non credo possano oggi lamentarsene.
Comunque state tranquilli.
Andrà tutto a posto: i furbi se la cavano sempre.
Il ministero accoglierà le proteste e farà uno strappo alla regola.
Non abbiamo appena detto che l'Italia è il paese dell'illegalità?
Gli extracomunitari lo sanno benissimo, c'è un passa-parola internazionale.
Farabbutti da tutto il mondo: venite, venite.
Abbiamo persino aperto le carceri.
Viva l'illegalità!
Il motto nazionale è ormai:
Abus, Illegalité, Confraternité