Oggi è morto Norio Ogha, considerato uno dei padri del CD. In realtà la tecnologia fu sviluppata in Europa dalla Philips.
Lessi il primo articolo sulla tecnologia laser sulla rivista Wireless World nel 1970.
Lo scopo del progetto originale, sviluppato intorno al 1967 dal Philips Natuurkundig Laboratorium (Philips Physics Research Laboratory - Natlab) era la registrazione video e si chiamava LaserVision.
Verso il 1980 dei lettori LaserVision vennero prodotti dalla Pioneer.
Nicholas Negroponte al MIT li utilizzò nel suo progetto di Architecture Machine in applicazioni avanzate.
In un disco di dimensioni di un LP, Negroponte aveva messo le riprese di tutte le strade della città di Aspen: si poteva girare interattivamente per la città, come si fa oggi con Google Street View.
In seguito gli ingegneri della Philips decisero che omettendo le immagini, potevano creare un'alternativa agli LP e in collaborazione con Sony nacque il CD.
Ci furono lunghe discussioni sul formato digitale da usare, ad esempio se usare 14 o 16 bit. Alla fine prevalse il PCM encoding a 16 bit con sampling a 44kHz, che assicura adeguata fedeltà.
Sony contribuì al successo del CD introducendo nel 1984 un lettore portatile, un incredible concentrato di tecnologia in 13 cmq. Gianfranco Prini ne portò uno dei primi a Pisa di ritorno da un viaggio a Tokio, commentando che conteneva più tecnologia che un computer Digital Vax 780, che a quel tempo occupava 6 metri cubi.
La BBC riporta un buon resoconto degli inizi della storia.
È curioso che la morte di Ogha coincida con la morte del CD, ormai superato dalla rete come mezzo di diffusione della musica. Molti computer non montano nemmeno più i lettori ottici, di cui si può tranquillamente fare a meno.
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