Tuesday, February 05, 2013

Melandri o Voltaire

Ho sentito poco fa al telefono con Formigli le parole con cui Giovanna Melandri, presidente del museo Maxxi di Roma per meriti politici, giustifica la sua decsione di non proiettare il film di Emmot in periodo elettorale.
Voltaire diceva:
Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.
La Melandri si ristudi i principi della libertà di espressione e capirà quanto sia assurdo che questi diritti siano sospesi proprio durante una campagna elettorale.

Quanto al fatto che "un ente pubblico, finanziato dai soldi di tutti" non possa essere il palcoscenico di un'opera che esprime un punto di vista, di qualunque parte esso sia, è una totale idiozia: se non sono proprio le istituzioni pubbliche a garantire la libertà di chiunque a esprimere le proprie opinioni, chi dovrebbe farlo?
La frase poi è orrendamente espressa negli stessi termini dell'editto bulgaro con cui Berlusconi ha preteso e ottenuto la cacciata dalla Rai di Biagi e Santoro.

Anche vietare una proiezione è un atto politico, da cui il Maxxi si dovrebbe astenere, se non vuole essere considerato fazioso.
Se la Melandri teme che vengano attribuite al Maxxi le opinioni dell'opera che presenta al pubblico, basta che esponga un disclaimer, come fanno giornali e riviste che pubblicano interventi non della redazione:
Quest'opera rappresenta le opinioni dell'autore, che non possono essere attribuite in alcun modo all'editore.
Visto che la Melandri non difende Emmot, significa che la Melandri non è Voltaire.
Forse su questo non c'erano dubbi, ma la sua posizione su questa vicenda la rende indegna di dirigere un'istituzione pubblica.
 

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